Il Nobel Stiglitz: «Nessuna trattativa con Putin. E gli Usa non c’entrano nulla con la guerra»

L’economista: l’inflazione e la crescita dei prezzi non devono preoccupare

L’economista premio Nobel Joseph Stiglitz parla oggi con La Stampa della guerra tra Russia e Ucraina. E dice chiaro e tondo che non è possibile trattare con Putin, la strada giusta è quella delle sanzioni e che l’Europa deve affrancarsi dalla dipendenza dal gas dello zar. «La guerra sta mostrando vere atrocità e brutalità su una scala spaventosa», spiega il professore a Jacopo Iacoboni. «Non credo sia possibile una trattativa con un regime che non rispetta nessuna regola, nessuna legalità internazionale, nessuna trasparenza finanziaria». Secondo Stiglitz «le sanzioni stanno assolutamente funzionando. Le riserve monetarie della Banca centrale russa sono fiaccate, e possono bastare solo per periodi limitati. Anche la produzione di beni in Russia è fortemente danneggiata, non credo per esempio che riescano a sostituire i materiali danneggiati dell’esercito russo in Ucraina, con nuove forniture».


Però c’è il problema del gas: «Innanzitutto sarebbe importante che le sanzioni fossero rispettate, e prese velocemente: troppa gradualità consentirebbe alla Russia di provare ad adattarsi». Ma l’Europa su questo ha frenato: Stiglitz ritiene che «l’embargo sul gas sia necessario, e l’Europa può condividere il peso economico (sharing the burden) di questa decisione». E la crescita dei prezzi, il carovita, l’inflazione? «L’inflazione non è un problema, in un mondo che si sta trasformando un’inflazione che cresce può essere sopportabile, e anzi favorisce una trasformazione economica che è necessaria, e l’Europa ha la forza per affrontare». Infine, un giudizio sui sentimenti anti-Nato e anti-Usa: «Io ho criticato tante volte gli Stati Uniti ma con l’aggressione russa non c’entrano nulla».


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