Se non riceverà informazioni sui finanziamenti utili a liberarsi del petrolio russo, l’Ungheria non parteciperà alla discussione dell’embargo proposto dall’Ue, che si terrà al vertice dei leader europei della prossima settimana. A rivelarlo è il Financial Times, che ha preso visione di una lettera che il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha inviato al presidente del Consiglio Ue Charles Michel. A rispondergli indirettamente il vice presidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis, che invita a non indugiare ulteriormente sul sesto pacchetto di sanzioni comunitarie: «Se si pensa all’embargo sul petrolio si consideri che prima della guerra il 62 per cento dell’export della Russia verso l’Ue era composto da idrocarburi. Si tratta della principale fonte di finanziamento della guerra ed è importante quindi decidere senza ritardi», ha dichiarato Dombrovskis.
Sulla questione è intervenuto anche il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck, in un’intervista all’emittente Zdf. Secondo Habeck, l’Ue concorderà un embargo sulle importazioni di petrolio russo «entro pochi giorni». «Naturalmente è una misura insolita, ma anche questi sono tempi insoliti. E anche su questo si sta lavorando. Tuttavia, questa idea funziona solo se partecipa un gran numero di Paesi. E questo manca ancora», ha dichiarato il ministro. «Ma un embargo petrolifero – ha aggiunto – non dovrebbe essere l’unico obiettivo, non significa automaticamente che Putin è indebolito».
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