Strage in Texas, i poliziotti non hanno attuato il protocollo post-Columbine: «Perché non hanno fermato subito Ramos?»

Gli agenti avrebbero preferito attendere l’arrivo delle squadre speciali, nonostante avessero incrociato il killer nell’atrio della scuola

Secondo diversi analisti interpellati dal Washington Post, i poliziotti che si trovavano nella scuola elementare di Uvalda (dove sono morti 19 bambini, 2 maestre e il killer stesso) non sono intervenuti subito quando è arrivato Salvador Ramos, come previsto dal protocollo in vigore dal 1999 dopo la strage di Columbine. Aumentano, infatti, le domande sulla lenta reazione della polizia. Prima del massacro nel liceo del Colorado, quando due ragazzi uccisero 12 studenti e un insegnante, i poliziotti avevano l’obbligo di rispondere all’aggressore armato «presentandosi, circoscrivendo un’area e aspettando l’arrivo delle Swat», le squadre speciali. Ma dopo Columbine, le regole sono cambiate: gli agenti devono rispondere il prima possibile perché «ogni secondo che passa sono più vite che se ne vanno». Come funziona quindi? Gli agenti, che per primi arrivano in loco, devono trovare l’aggressore e ucciderlo. Non devono aspettare l’arrivo dei rinforzi. Per questo motivo non è chiaro perché gli agenti della Robb Elementary School non abbiano fermato Ramos che avevano incrociato nell’atrio, lasciandolo fuggire in una classe all’interno della quale si è poi barricato. Si vuole capire anche perché gli agenti non siano andati a scovarlo subito nell’aula. Hanno atteso, invece, l’arrivo delle squadre speciali.


Foto in copertina di repertorio: EPA/AARON M. SPRECHER


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