Si dimette Sheryl Sandberg, la numero due di Zuckerberg. È la donna che ha trasformato Facebook in un colosso

52 anni, Sandberg aveva comiciato a lavorare a Facebook nel 2008 quando era poco più di una start up. Con la notizia del suo addio Meta ha perso il Borsa quasi il 3 per cento

An Ugly Truth, Inside Facebook’s Battle for Domination. È questo il titolo del libro pubblicato nel 2021 dalle giornaliste del New York Times Cecilia Kang e Sheera Frenkel che racconta la lotta ai vertici di Meta tra Mark Zuckerberg e Sheryl Sandberg, la donna che fino a poche ore fa ricopriva il ruolo di Chief Operating Officer. Una lotta che ora si è conclusa. Dopo 14 anni Sandberg ha lasciato Meta con un lungo post pubblicato proprio su Facebook. Nessun tono polemico. Nessuna coltellata a Mark Zuckerberg. Anzi. La donna, 52 anni e un passato in Google, ha ringraziato il fondatore del più grande social network al mondo: «Quando ho accettato questo lavoro nel 2008, speravo di stare in questo ruolo per cinque anni. Quattordici anni dopo, è giunto il momento di scrivere il prossimo capitolo della mia vita. È la fine di un’era. Mi mancherà lavorare al tuo fianco, ogni giorno: ma sono grata di averti, per sempre, come amica. Grazie per tutto ciò che hai fatto per me e per la mia famiglia, per la nostra azienda, per milioni di persone in tutto il mondo. Sei una superstar».


Stessi toni sulla pagina Facebook di Zuckerberg: «Quando Sheryl si è unita a me nel 2008, avevo solo 23 anni e sapevo a malapena qualcosa sulla gestione di un’azienda. Avevamo costruito un ottimo prodotto – il sito web di Facebook – ma non avevamo ancora un’attività redditizia e ci stavamo muovendo per passare da una piccola startup a una vera organizzazione. Sheryl ha progettato la nostra attività pubblicitaria, assunto persone fantastiche, forgiato la nostra cultura manageriale e mi ha insegnato a gestire un’azienda». Zuckerberg ha già annunciato che il sostituto di Sandberg sarà Javier Olivan, anche se è difficile che arrivi a ricoprire lo stesso ruolo. Spagnolo, 44 anni, anche Olivan ha visto Facebook trasformarsi da una piccola start up a un colosso in grado di influenzare la scelta di un capo di stato. È entrato nella società nel 2007 e ha contribuito alla sua espansione in India, Russia e Brasile. L’addio di Sanbderg non è stato accolto bene dai mercati: il titolo ha chiuso con -2,58 per cento a Wall Street.


Il rapporto tra Sandberg e Zuckerberg

Finaliste nel 2019 per il premio Pulitizer, Kang e Frenkel sono due reporter esperte di tecnologia e digitale. In An Ugly Truth raccontano che il rapporto tra Zuckberg e Sandberg si era inclinato soprattutto per motivi politici. Sandberg è stata da sempre vicina ad ambienti democratici e aveva mal tollerato il ruolo avuto da Facebook nella creazione di quella rete di gruppi e pagine che hanno contribuito all’elezione di Donald Trump e all’assalto di Capitol Hill. Nel libro si parla proprio della direzione presa dal social network per potenziare il sistema di eco chamber che ha portato a aiutato a una maggiore polarizzazione della politica statunitense. Tutto, ai tempi, era stato smentito dalla portavoce di Meta Dani Lever: «Falsa narrazione basata su interviste selettive, molte fatte a individui scontenti, e su fatti raccolti in modo parziale».

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