Ue, arriva la direttiva per la parità di genere nei Cda: le donne ai vertici delle grandi aziende dovranno essere almeno il 40%

Raggiunto l’accordo sulla direttiva “Women on Boards”: sanzioni previste per chi non raggiunge l’obiettivo

È stato raggiunto oggi, 7 giugno, l’accordo tra Parlamento, Consiglio e Commissione europea sulla tanto attesa Direttiva Women On Boards, che mira a garantire la parità di genere dei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa nell’Unione europea. Almeno il 40 per cento degli incarichi da amministratori non esecutivi o il 30 per cento di tutti gli incarichi da amministratori dovranno essere donne. Nel caso in cui ci siano due candidati di generi diversi, a parità di qualifiche, la priorità dovrà essere data a quello femminile. Le società dovranno presentare alle autorità competente, una volta all’anno, informazioni dettagliate sugli obiettivi che hanno raggiunto e, qualora fossero in difetto, dovranno riportare come intendono integrare le mancanze.


Sanzioni a chi non raggiunge l’obiettivo

Per chi non rispetta gli obiettivi, che dovranno essere raggiunti entro il 30 giugno 2026, sono previste delle sanzioni specifiche a proporzionate all’azienda in questione. Le piccole e medie imprese con meno di 250 dipendenti sono escluse dalla Direttiva. La proposta era stata presentata dalla Commissione europea per la prima volta nel 2012. Dopo essere rimasta bloccata per dieci anni al Consiglio europeo, a marzo di quest’anno i ministri dell’Occupazione e degli Affari sociali hanno concordato una posizione su Women On Boards. Ora, una volta che Parlamento e Consiglio avranno approvato l’accordo in modo formale, la direttiva entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.


Foto copertina presa da Twitter da Commissione FEMM Stampa

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