Sarzana, Bedini indagato anche per il secondo omicidio. Due testimoni l’hanno visto disfarsi di un cadavere

L’artigiano sarà interrogato domani per l’inchiesta che lo vede indagato di due omicidi. Scattano intanto nella procura di Massa Carrara le indagini interne per chiarire i motivi dietro il mancato arresto dell’uomo a febbraio, quando è stato condannato per rapina aggravata

Daniele Bedini è indagato dalla procura della Spezia anche per l’altro omicidio di Sarzana, quello di Camilla Bertolotti, la donna transessuale di 43 anni ritrovata cadavere due giorni dopo e nello stesso campo in cui era stato scoperto il corpo senza vita di Nevila Pjetri, la 35enne prostituta albanese freddata con due colpi di pistola. L’artigiano sarà interrogato domani 10 giugno, dopo che sin dal suo fermo si è dichiarato totalmente estraneo alle due morti, spiegando agli inquirenti di aver trascorso la notte in cui sarebbero avvenuti gli omicidi in un bar con amici.


I testimoni

Ad aggravare i sospetti della procura su Bedini però ci sarebbero anche due testimoni che lo avrebbero visto mentre si liberava del corpo della 35enne albanese. I due hanno raccontato ai carabinieri di aver pensato in un primo momento che si trattasse di «un sacco di spazzatura», poi hanno aggiunto: «abbiamo guardato meglio ed era una donna, coperta di sangue». A quel punto hanno chiamato i carabinieri. I fatti sono accaduti tra sabato e domenica scorsi, quando i due testimoni hanno detto di aver visto Bedini scaricare il corpo di Nevila Pjetri, prima di scappare. Ai militari hanno anche descritto un pick-up bianco da cui Bedini avrebbe tirato fuori il cadavere per gettarlo sull’argine del torrente Parmignola. Dettagli che hanno confermato agli inquirenti quel che già avevano rivelato alcune colleghe di Pjetri, sentite la stessa notte dell’omicidio. L’auto sarebbe visibile anche nelle immagini delle telecamere di videosorveglianza non solo nella zona in cui è stata raccolta Pjetri, ma anche poco distante dove si trovava Bertolotti, uccisa qualche ora dopo.


Le ricerche sulla pistola rubata

I sub dei carabinieri sono intanto alla ricerca nel torrente degli effetti personali delle vittime, scomparsi dal luogo del ritrovamento dei cadaveri, probabilmente per inscenare una rapina. La ricerca è concentrata anche sulla possibile arma del delitto, che Bedini potrebbe aver gettato in acqua. Il sospetto degli inquirenti è che possa aver usato una pistola calibro 22, l’arma di cui il padre di Bedini ha denunciato il furto dalla sua cassaforte.

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