Alle elezioni comunali di Palermo il Movimento 5 Stelle ha raggiunto il 7,5 per cento. A Messina l’8,4 per cento. E questi sono i risultati migliori tra le città più grandi andate al voto il 12 giugno. Secondo i risultati parziali che stanno arrivando dai seggi, questa potrebbe essere una delle tornate elettorali peggiori nella storia del Movimento fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. In alcuni comuni i voti sono ancora più lontani dai fasti del 2018, quando alle politiche i pentastellati erano arrivati al 32 per cento. 2 per cento a Lodi, 1,4 per cento a Cuneo e 1,2 per cento a Padova. Uno scenario che Giuseppe Conte ha commentato dalla sede del M5s di Roma: «I dati che emergono dalle amministrative non ci soddisfano. Non possiamo cercare giustificazioni di comodo». E poi una nota (prevedibile): «Ma c’è un dato che mi fa male ed è quello dell’astensionismo».
Conte ha riconosciuto che le amministrative sono sempre stato un punto debole del Movimento, almeno nei piccoli e medi centri. Per le metropoli più grandi è stato storico il risultato del 2016, quando i pentastellati riuscirono a piazzare le loro sindache a Roma e Torino con il trionfo (non atteso) di Chiara Appendino e Virginia Raggi. Uno scenario che ha ricordato anche l’ex premier: «Le amministrative sono state sempre state un tabù per M5s, a parte qualche tornata come a Torino e Roma. Però non sono qui per nascondermi dietro questa costante storica per il Movimento». Ora è in programma una fase di riorganizzazione interna: «Domani annunceremo un percorso di completamento dell’azione politica e di organizzazione interna anche per quanto riguarda le articolazioni territoriali».
Il punto sull’alleanza con il Pd
In molti calomuni, a partire da Palermo, il M5s ha sperimentato un’alleanza con il Pd per supportare insieme gli stessi candidati. Anche se i risultati, almeno per i pentastellati, non sono stati certo incoraggianti, Conte ha spiegato che il dialogo con i dem non è ancora compromesso: «Non ho mi detto che abbiamo un’alleanza strategica ma parlo sempre di dialogo, profondo e proficuo, con il Pd e Articolo 1: non ho mai voluto forzare perché ritengo che questo percorso debba darsi dei tempi, delle tappe. Esamineremo il risultato elettorale ma per il futuro un’azione congiunta non può essere compromessa da questa tornata elettorale per il semplice motivo che il M5s sui territori ancora deve organizzarsi».
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