Lehman Trilogy di Stefano Massini trionfa ai Tony Awards di New York: «L’Oscar del teatro a un italiano»

L’opera ha vinto in cinque categorie. Aveva aperto nel 2013 in Francia

Un italiano sul podio dei Tony Awards. iLehman Trilogy”, la pièce in tre atti di Stefano Massini con adattamento di Ben Power e diretta da Sam Mendes ha vinto il premio di migliore opera teatrale ai Tony Award. La 75/a edizione degli Oscar del teatro è tornata a svolgersi a New York, in presenza, a Radio City Hall. Sul palco da presentatrice l’attrice premio Oscar Ariana DeBose. L’opera ha vinto anche in altre quattro categorie: miglior attore protagonista in un’opera teatrale, premiato Simon Russell Beale, miglior regia, premiato Sam Mendes, miglior set design a Es Devlin, miglior lighting design a Jon Clark. La trama dell’opera racconta la saga finanziaria lunga centocinquant’anni di una famiglia che darà il suo contributo alla crescita e alla crisi del sistema capitalistico di Wall Street.


Lehman TrilogyI”, arrivata ai Tony con otto candidature, aveva aperto nel 2013 al Comédie de Saint-Étienne a Saint-Étienne in una traduzione francese. Il debutto italiano è avvenuto nel 2015 al Piccolo Teatro di Milano, come ultimo progetto del regista Luca Ronconi. A New York ha debuttato nell’ottobre del 2021 al Nederlander Theatre, dopo essere slittata di oltre un anno a causa della pandemia, e ha chiuso lo scorso gennaio. Diventerà presto una serie tv per il mercato mondiale prodotta dalla Fandango di Domenico Procacci.


Stefano Massini, fiorentino, 46 anni, autore, scrittore, drammaturgo, è il grande vincitore nella notte degli Oscar di Broadway. Il grande pubblico italiano ha scoperto Massini con i suoi interventi raffinati a “Piazzapulita“, e poi lo ha trovato familiare in altri programmi televisivi, come “Ricomincio da Rai Tre“, in coppia con Andrea Delogu. Tra i suoi testi teatrali “Processo a Dio“, “Memorie del boia“, “La fine di Shavuoth“, “L’odore assordante del bianco“, passando per “Trittico delle Gabbie“, “Donna non rieducabile” e “Memorandum su Anna Politkovskaja“.

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