Cosa sappiamo delle indagini su Elena, la bambina rapita a Catania da tre uomini armati

La bimba rapita nella zona di Piano di Tremestieri tra Mascalucia e San Giovanni La Punta. La pista della vendetta e quella della faida familiare

«Ero andata a prendere mia figlia all’asilo. Eravamo appena uscite, quando la nostra auto è stata bloccata. Hanno preso la bimba, lei urlava ma l’hanno a caricata su un’altra auto e sono scappati». Queste le parole della madre di Elena Del Pozzo, 5 anni a luglio, negli uffici dei carabinieri di Mascalucia in provincia di Catania. Ieri alle 3 del pomeriggio la bambina è stata rapita mentre usciva dall’asilo nella zona di Piano di Tremestieri, nella strada tra Mascalucia e San Giovanni La Punta. Tre persone l’hanno portata via mentre era in macchina con la madre Martina Patti. Un sequestro di persona che presenta molte anomalie secondo la procura di Catania. Che esclude la finalità del ricatto, secondo quanto dichiarato dal procuratore Carmelo Zuccaro. La piccola non sarebbe stata sequestrata per chiedere soldi. Perché le condizioni economiche della famiglia non giustificherebbero una scelta del genere.


Le foto e i video

La notizia, accompagnata dalle generalità e da una foto della piccola sequestrata, è girata sui social network ed è diventata virale ieri pomeriggio. Sul post si leggeva che Elena è «stata rapita zona Piano Tremestieri verso le 15» e che «i probabili autori» sarebbero «tre persone incappucciate a bordo di auto” di cui “non si conosce modello colore e targa». Due foto di Elena sono state diffuse in serata dalla Procura perché ritenute utili alle indagini. E in serata è stata individuata un’automobile ritrovata abbandonata a Tremestieri. Potrebbe essere quella utilizzata dai rapitori. Sono partiti i rilievi a caccia di impronte. I genitori della bambina, che non convivono, sono stati interrogati a lungo.


Secondo La Stampa la prima pista seguita dagli inquirenti è quella della faida familiare o della vendetta. La Repubblica scrive che la madre di Elena è casalinga, mentre il padre svolge lavori saltuari e ha piccoli precedenti per droga e reati contro il patrimonio. Questa, secondo il quotidiano, è una delle piste principali delle indagini. Ovvero il rapimento per vendetta. Ma i carabinieri scavano anche nella vita familiare, mentre sono esclusi i coinvolgimenti con la criminalità organizzata. I carabinieri del comando provinciale di Catania, guidati dal colonnello Rino Coppola, lavorano sull’auto della donna, dove sono state trovate alcune impronte.

La pista della vendetta o della faida familiare

I carabinieri hanno anche acquisito e visionato dei video di sistemi di sorveglianza a Piano Tremestieri e anche nella scuola materna frequentata dalla bambina per trovare elementi utili alle indagini. In una delle foto pubblicate si vede la piccola in un’immagine riflessa, indossare una maglietta a maniche corte bianca e un paio di pantaloncini gialli. È uno scatto che risale a ieri. Il sindaco di Mascalucia, Enzo Magra, ha parlato di «ore di grande ansia per la nostra comunità e sono personalmente sconvolto da questa notizia. Mi sono messo a disposizione dei carabinieri per aiutare le ricerche anche tramite la protezione civile, i volontari, ma mi è stato riferito che non si tratta di smarrimento o di fuga, ma di altro, probabilmente di dinamiche familiari». Gli inquirenti continuano senza sosta il loro lavoro. Da quanto trapela, i carabinieri stanno sentendo, ininterrottamente dal pomeriggio di ieri i parenti della bimba per ricostruire dinamiche e frequentazioni che potrebbero essere utili alle indagini. Ma, a quanto pare, al momento, non vi sarebbe ancora alcun testimone oculare.

Un’immagine della bimba di cinque anni sequestrata nel Catanese, 13 giugno 2022. Gli inquirenti hanno acconsentito alla diffusione della foto per aiutare le ricerche

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