Gas, Cingolani: «Bisogna rivedere il piano sulle trivelle per diventare indipendenti»

Il ministro della Transizione ecologica ha parlato al Senato dopo i tagli alle forniture comunicati da Mosca

«Credo che sia necessario rivedere il Pitesai [la mappa delle zone idonee all’estrazione di idrocarburi, ndr] alla luce di quello che sta succedendo». Lo ha dichiarato il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, che ha aggiunto: «Il paese deve essere indipendente dal punto di vista energetico. È stato sbagliato passare da un 20 per cento di gas nazionale nel 2000 a un 3/4 per cento nel 2020 senza ridurre i consumi, ma solo importando di più». Le dichiarazioni del ministro – che ha specificato che si impegnerà personalmente per raggiungere questi obiettivi – al question time del Senato arrivano dopo il taglio delle forniture di gas russo all’Unione europea, a cui è seguita la minaccia di uno stop completo agli approvvigionamenti attraverso il gasdotto Nord Stream.


Nello specifico, l’Italia ha già subito ieri un calo del flusso di gas dalla Russia del 15 per cento. Cingolani aveva fatto sapere che il taglio non costituiva «una criticità». Il 14 giugno Gazprom aveva annunciato una riduzione delle forniture del 40 per cento dovuta a problemi tecnici: alcuni pezzi di un compressore inviati in Canada a riparare non possono tornare in patria a causa delle sanzioni a Mosca. Siemens, la compagnia che si è occupata della riparazione, aveva confermato la versione del Cremlino. Ieri, 15 giugno, il colosso degli idrocarburi ha annunciato un’ulteriore decurtazione del 33 per cento. Al momento in Ue arrivano dal Nord Stream 67 milioni di metri cubi al giorno, rispetto a 167 milioni previsti. Si temono incrementi sostanziali delle bollette, e visto l’aumento vertiginoso del prezzo del gas negli ultimi due giorni.


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