L’estate dei rincari: 2.300 euro in più per spesa, bollette e benzina, a rischio le vacanze degli italiani

Le cause dell’aumento dei prezzi sono molte: pandemia, caro energia, guerra in Ucraina, e da ultima la siccità

Sarà l’estate dei rincari: dopo il caro energia e il caro carburanti, sulle vacanze di quest’anno cresce l’inflazione. Un temporale estivo che si abbatterà dunque sul carrello della spesa: Assoutenti stima che il prezzo degli alimentari potrebbe crescere fino al +30%. L’associazione, avvalendosi dei dati Istat, ha individuato i prodotti più a rischio rincari: si tratta di mais, grano, girasole, cereali e quindi
tutti i prodotti derivati (pasta, pane, dolciumi, pizza). Ma anche di frutta fresca come albicocche, ciliegie, pesche, susine, pere e mele, ma soprattutto cocomeri e meloni. L’aumento dei prezzi non risparmierà nemmeno le verdure, come pomodori, insalate, melanzane e basilico, e i latticini. Sommato al rincaro sul fronte energetico e del carburante, costringerà le famiglie a sostenere una spesa di almeno 2.300 euro in più all’anno, riportano le stime dei consumatori citate da La Stampa.


Le cause dell’inflazione

Il buio panorama economico che si prospetta è causato da una serie di fattori. Anzitutto, il Covid-19, che ha generato una carenza di materie prime e di commodity. Poi è arrivato il caro energia, accompagnato da un’impennata nei costi dei trasporti. La guerra tra Russia e Ucraina è intervenuta in questo scenario già drammatico, trascinando con sé le sanzioni a Mosca, le contro-sanzioni di Putin e la crisi del grano. Da ultima, la siccità che ha colpito il nostro Paese. E si aggrava ogni ora che passa: non a caso, la maggior parte dei prodotti a rischio rincaro necessita di molta acqua per crescere. Fattori che si accumulano e potrebbero costringere le famiglie a tagliare i consumi anche sui beni primari, come il cibo. Anche perché, ricorda il presidente di Assoutenti Furio Truzzi, «Già nell’ultimo mese i prezzi al dettaglio dei generi alimentari hanno comportato una maggior spesa per il cibo di circa 554 euro annui a famiglia».


Una stretta già avviata

Siamo reduci da mesi difficili, che avevano già iniziato a manifestarsi tra gli scaffali dei supermercati. Rispetto all’anno scorso, i prezzi sono aumentati mediamente del 20%, stima Altroconsumo. Tra i prodotti che sono diventati più cari spiccano olio di semi di girasole (+93% rispetto al 2021), lo zucchero, la farina, il caffè in polvere. Il mese scorso il record dei rincari l’ha vinto il prezzo dell’olio oliva: +70,2% rispetto a un anno fa. Al secondo posto il burro (+23,3%) ed al terzo le pere (+22,9%). Seguono pomodori, pasta, farina, pollame, meloni e cocomeri e uova. «Un ulteriore incremento dei listini alimentari avrebbe effetti devastanti sulle tasche dei consumatori e sull’intera economia», commenta Truzzi.

Le ripercussioni sulle vacanze

In questo scenario, pensare a viaggi o a mangiate al ristorante si fa sempre più difficile. Il Codacons, dopo aver rielaborato i dati Istat, avverte dell’arrivo di una raffica di rincari in tutto il comparto del turismo e dei trasporti. Quest’anno spostarsi in auto costa fra il 25% e il 33% in più rispetto al 2021, mangiare al bar o al ristorante il 4,6% in più, +5% per una cena in pizzeria. I voli europei diventano quasi inavvicinabili, con un balzo nei prezzi dei biglietti del +127%, mentre quelli nazionali si limitano al +21,4%. L’aumento medio nel costo delle camere d’albergo è del 14%. «L’estate 2022 sarà ricordata come quella del caro-vacanze, sicuramente la più costosa degli ultimi decenni», ha dichiarato il presidente di Codacons Carlo Rienzi.

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