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Crisanti: «La nuova ondata? Sarà come una vaccinazione di massa. Basta tamponi fai-da-te, serve un’indagine sui positivi»

30 Giugno 2022 - 07:10 Redazione
Il microbiologo: circa 25 milioni sono stati infettati, i contagi reali sono 5 milioni al mese

Il microbiologo dell’università di Padova Andrea Crisanti dice che la nuova ondata del Coronavirus causata da Omicron 5 sarà come una vaccinazione di massa che ci proteggerà dalla recrudescenza invernale. Ma secondo il professore bisogna cambiare il metodo di certificazione della positività. Basta tamponi fai-da-te. Il test va fatto davanti a un controllore. «I contagi attuali, al netto dei danni che purtroppo causano alle persone fragili, sono come una vaccinazione di massa che ci proteggerà dalle ondate invernali. Sempre che non arrivi una variante totalmente nuova rispetto a Omicron a scompaginare lo scenario», esordisce Crisanti. Secondo lui «circa 25 milioni di italiani sono stati infettati da Omicron in momenti diversi. Ogni mese ci sono 5 milioni di contagi e se l’immunità dura sei mesi vuol dire che al settimo mese altri 5 entrano nei contagiabili. I suscettibili, in questo modo, restano costanti nel tempo».

Il problema però sono i positivi nascosti: «Vanno aboliti i tamponi fai da te comprati in farmacia, che accecano il sistema sanitario perché nessuno si autodenuncia o lo fa tardivamente. Bisogna tornare a una certificazione terza di positività. Insomma, il tampone va fatto davanti a un controllore». Il professore suggerisce anche quali test fare per sapere se si è positivi: «Se si tratta di un contatto di un positivo può bastare quello rapido. In caso di sintomi forti o di incontri con una persona fragile è preferibile il molecolare. Il caso del tennista Matteo Berrettini a Wimbledon è un esempio di rispetto di norme e di civiltà, che evidenzia i limiti dei controlli». Infine, sulla proposta di lasciar uscire i contagiati: «Stiamo scherzando? Certo, è uno dei capisaldi della limitazione della circolazione del virus e dunque della protezione dei vulnerabili».

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