Il regista Paul Haggis torna in libertà dopo le accuse di violenza sessuale

Secondo la gip, il racconto della presunta vittima «ha confermato l’assenza di contegni violenti costrittivi da parte dell’indagato»

È tornato in libertà il regista e sceneggiatore Paul Haggis, dopo essere stato 16 giorni agli arresti domiciliari, con l’accusa di di violenza sessuale e lezioni aggravate nei confronti di una 29enne inglese. La gip del Tribunale di Brindisi, Vilma Gilli, ha accolto la richiesta di scarcerazione presentata dal legale difensore del regista, l’avvocato Michele Laforgia, lo scorso 30 giugno, all’indomani dell’incidente probatorio in cui la presunta vittima è stata ascoltata, alla presenza anche di Haggis stesso, per oltre otto ore. Secondo la gip, il racconto della presunta vittima «ha confermato l’assenza di contegni violenti costrittivi da parte dell’indagato al fine di consumare gli atti sessuali».


La gip spiega che «le modalità di incontro tra indagato e persona offesa, la spontanea permanenza» della ragazza «presso la residenza dell’indagato anche successivamente agli abusi, i momenti di convivialità tra loro durante le giornate o l’ordinaria messaggistica dei propri impegni/spostamenti, le modalità di commiato adottate dalla persona offesa, sono espressione di una complessità di interazioni tra le parti che, anche laddove meritevole di approfondimento, allo stato affievolisce il giudizio negativo della personalità di Haggis quale soggetto incline a esercitare violenza, fisica o psichica, in danno di terzi».


La 29enne, durante l’incidente probatorio, aveva confermato integralmente la versione già fornita il 15 giugno scorso agli agenti della Squadra mobile di Brindisi, quando ha raccontato di aver subìto violenze sessuali da parte del regista. Secondo l’accusa, gli abusi sarebbero avvenuti a Ostuni, quando il regista vincitore di due premi Oscar si trovava nel comune pugliese per partecipare alla rassegna Allora Fest. Al termine della rassegna, il regista avrebbe condotto la donna all’aeroporto Papola Casale di Brindisi, abbandonandola in condizioni fisiche e psicologiche precarie, dopo aver abusato di lei per due giorni in un bed&breakfast.

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