Via libera al volo speciale per i genitori del bimbo morto in vacanza a Sharm el Sheikh dopo l’appello della mamma

La donna aveva rilanciato la richiesta di aiuto per rientrare a Palermo alle autorità italiane, che attraverso l’ambasciata in Egitto sono riuscite a sbloccare le pratiche per il volo speciale

Potranno tornare a casa con un volo speciale i genitori del bambino di sei anni, tragicamente morto durante una vacanza della famiglia palermitana a Sharm el Sheikh. Fonti della Farnesina hanno confermato di aver ottenuto i permessi necessari per permettere alla società assicuratrice l’invio di un volo speciale così da riportare in Italia i due genitori e la salma del piccolo. Rosalia Manosperti, e Antonio Mirabile, infatti, dopo essere stati ricoverati “Pyramids” della città sono in condizioni stabili, anche se il marito continua ad avere problemi a coronarie e reni. Oggi 7 luglio era partito l’appello di Rosalia Manosperti, madre del bambino, che al sito Palermolive aveva raccontato di essere ricoverata dallo scorso sabato assieme a suo marito per un’intossicazione alimentare in un ospedale nella località sul Mar Rosso. «Richiedo a tutte le istituzioni competenti di attivarsi affinché ci riportino in Italia il prima possibile con un volo di linea speciale – aveva detto la donna – Perché le nostre condizioni di salute non ci permettono di prendere un volo di linea normale. Aiutateci per favore a rientrare a casa».


Nessun altro ospite con sintomi di intossicazione

Nel frattempo, nessun altro ospite del resort Sultan Garden ha accusato sintomi, riporta l’Ansa. Al momento, pare che l’origine dell’intossicazione di cui ha sofferto la famiglia sia alimentare, ma di questa non è stata ancora individuata la causa, che potrebbe essere svelata dall’autopsia sul corpo del minore. I due genitori avevano chiesto il ricovero del figlio dopo tre giorni da quando aveva iniziato a stare male. Gli operatori dell’ambulanza avevano trovato il piccolo Andrea già in condizioni critiche, e il mezzo era arrivato in ospedale quando il bambino era già morto. La famiglia aveva avvisato dei problemi di salute il medico del villaggio turistico, ma non la responsabile del tour operator con cui erano partiti.


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