Il sondaggio europeo sulla guerra, Putin e noi. Open anticipa i risultati che Domino pubblicherà in esclusiva – Il video di Dario Fabbri

Le opinioni dei cittadini di 9 paesi, Italia, Austria, Francia, Germania, Grecia, Olanda, Polonia, Portogallo, Spagna riguardo alla guerra in Ucraina, l’inflazione e l’Europa

I dati, che si riferiscono a un’indagine demoscopica svolta a giugno in 9 dei maggiori Paesi europei da Euroskopia (i quali coprono il 77% della popolazione dell’Ue), forniscono una fotografia di come i cittadini del vecchio continente stanno vivendo l’attuale intricato contesto politico ed economico e permettono di comparare le dinamiche dell’opinione pubblica italiana con quella degli altri Stati membri dell’Unione. Nel confronto con i cittadini degli altri Paesi gli italiani si distinguono su diversi aspetti. Si mostrano infatti particolarmente critici nei confronti degli Stati Uniti, meno favorevoli all’invio di armi a supporto dell’esercito ucraino, attribuiscono in misura minore alla Russia la responsabilità per l’aumento dei prezzi dell’energia e sono più scettici sul fatto che il conflitto stia portando a un compattamento all’interno dell’Ue. Dati che dimostrano che sul tema dell’invasione dell’Ucraina da parte dei Russi, le opinioni in Italia sono molto articolate e meno allineate a una condanna netta dell’iniziativa di Putin, rispetto a quanto emerge negli altri Paesi.

Ad eccezione della Grecia, dove le posizioni critiche verso Europa e Stati Uniti sono accentuate e la deplorazione della Russia di Putin appare più blanda. La traumatica esperienza dei greci con i vertici europei durante la crisi economica di dieci anni fa ha sicuramente ancora degli effetti sul rapporto tra la popolazione ellenica e le istituzioni Ue, ma ad incidere su queste opinioni è anche la tradizionale vicinanza della società greca con il resto del mondo ortodosso, in particolare quello russo. Non a caso tra i candidati ad entrare a far parte dell’Unione, quello preferito dai greci è la Serbia, altro paese a maggioranza ortodossa.

Le vicende ucraine hanno fatto nascere diffuse perplessità sull’alleanza atlantica. La maggioranza dei cittadini europei non mette in dubbio la necessità di mantenere il patto tra i Paesi europei e gli Stati Uniti, tuttavia c’è la consapevolezza che gli interessi in gioco spesso non coincidono tra le due sponde dell’Atlantico. Una parte rilevante dell’opinione pubblica europea è fortemente critica nei confronti di Biden e quasi 2 europei su 10 vorrebbero che si prendessero le distanze dagli Usa. Queste posizioni anti-americane sono particolarmente marcate in Grecia e Italia. In questo contesto si inserisce anche la spinta ad incrementare il potere militare dell’Unione Europea al fine di rafforzarne la posizione sullo scacchiere internazionale e diminuirne la dipendenza dagli alleati americani. Almeno la metà dei cittadini di tutti i Paesi in cui è stata svolta l’indagine condivide questo auspicio, ad eccezione degli austriaci (tuttavia anche in Italia le perplessità al riguardo sono sopra la media).

In merito alla problematica dell’aumento dei prezzi, gli italiani mostrano di vivere una situazione meno critica rispetto alle altre realtà europee. Il 37% di abitanti dello stivale ha subito ripercussioni serie sul bilancio famigliare, contro il 57% di spagnoli e 53% di polacchi. Questo dato dell’Italia è il più basso e vicino a quello di Germania e Austria. Da noi la preoccupazione per l’evoluzione dei prossimi mesi è diffusa, ma anche in questo caso inferiore alla media dei 9 paesi indagati. E’ probabile che gli interventi del Governo per calmierare gli effetti dell’impennata dei prezzi nel nostro Paese siano stati fino ad ora piuttosto efficaci. In effetti, i giudizi su Draghi e il ruolo del suo Governo nel contesto inflattivo, seppure non lusinghieri, sono migliori al confronto della media generale. Appare interessante, inoltre, come in Italia sia nettamente più alta, rispetto agli altri Paesi, la quota di persone che attribuisce alla speculazione delle aziende private la colpa per l’esplosione dei prezzi dell’energia.

Articolo di Rado Fonda, Head of Research di SWG Spa