Una reazione da «fine del mondo, immediata, che non potrebbe in alcun modo evitare». È questo – nella parole del vicepresidente del Consiglio di Sicurezza della Russia Dmitry Medvedev – quello che aspetta l’Ucraina se dovesse provare a riprendersi la Crimea, occupata e annessa da Mosca nel 2014. Secondo Medvedev, infatti, quella che i Paesi Nato e l’Ucraina attuano non riconoscendo la penisola sul Mar Nero come parte della Russia, è una «minaccia sistemica» nei confronti della federazione, che, spiga l’esponente citato da Interfax, potrebbe scatenare uno scontro diretto tra Mosca e l’alleanza nordatlantica. Lo stesso scenario si verificherebbe «se un altro nazionalista pazzo o un debole personaggio da operetta diventa capo dello Stato in Ucraina». Il vicepresidente è certo che la Russia riuscirà a raggiungere i propri obiettivi in Ucraina, e ha avvertito che l’intenzione di Kiev «di resistere fino all’ultimo ucraino porterà al collasso dell’attuale regime politico» del Paese invaso.
La replica di Kiev e le condizioni di Zelensky
Le dichiarazioni arrivano quando da mesi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ribadisce che l’Ucraina accetterà una pace con la Russia solo quando questa ritirerà le proprie truppe dalla Crimea e che non si siederà a trattare con Mosca fino a che la situazione territoriale non verrà ripristinata a come si trovava il 23 febbraio 2022. Alle parole di Medvedev ha risposto Mikhailo Podolyak il consigliere di Zelensky, definendo l’esponente del Cremlino «una piccola persona dimenticata dalla Storia che cerca di mostrarsi seria e minacciosa, ma che in realtà suscita solo pietà», ovvero «il ritratto della Russia moderna».
July 17, 2022
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