«Mi congratulo per la meticolosità dell’operazione che ha visto coinvolti poliziotti giovanissimi ma preparati e ha mostrato ancora una volta quanto sia importante il fattore umano per la sorveglianza del territorio». Paolo Magrone, segretario del Siulp Milano, ha commentato così le immagini che circolano sulla perquisizione del calciatore del Milan Tiémoué Bakayoko. Magrone ha fatto un paragone tra questo caso e quello Anis Amri, l’uomo che nel 2016 è stato protagonista degli attentati ai mercatini di Natale di Berlino. Pochi giorni dopo l’attentato è stato fermato e ucciso durante un controllo a Sesto San Giovanni, vicino a Milano. «Ci ricordiamo ancora di quando, tempo fa, nei pressi della stazione ferroviaria di Sesto San Giovanni, una pattuglia si scontrò con un pericoloso terrorista, poi rimasto ucciso. Allora vennero chiamati eroi, oggi sono diventati dei razzisti, per di più sprovveduti», ha detto Magrone.
Magrone liquida quindi le critiche arrivate ai poliziotti: «Miracoli del web e di chi non riesce a fare a meno di gettare discredito sulle forze dell’ordine. Bravissimi ragazzi. Siete l’orgoglio di questo Paese». La perquisizione di Bakayoko è avvenuta lo scorso 3 luglio. Nato a Parigi, di origini ivoriane, Bakayoko è stato fermato da una pattuglia della polizia impegnata in una serie di controlli. Il video della perquisizione è diventato virale. Le immagini hanno sollevato diverse accuse di razzismo, anche se la Questura ha specificato che i controlli erano predisposti per un sospetto che aveva le stesse caratteristiche di Bakayoko.
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