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La concorrenza con TikTok, i dubbi sul metaverso, l’inflazione: cosa c’è dietro al primo calo dei ricavi di Meta

28 Luglio 2022 - 15:57 Valerio Berra
La perdita per il colosso di Menlo Park è esigua, ma è un buon segnale per capire cosa sta succedendo nell'azienda di social network più grande al mondo

Il secondo trimestre del 2022 si è chiuso con un calo dei ricavi dell’1 per cento. Un dato che potrebbe quasi passare inosservato, se non fosse che l’azienda in questione è Meta e il suo capo Mark Zuckerberg ha passato gli ultimi mesi a cercare di convincere gli utenti a trasferirsi in un nuovo mondo digitale. Per la prima volta nella sua storia, il colosso di Menlo Park, prima conosciuto come Facebook, sta crescendo a ritmi più lenti di quanto ci si aspettava. I ricavi di Meta sono calati a 28,8 miliardi di dollari, gli utili sono scesi a 6,7 miliardi di dollari, anche se gli utenti giornalieri attivi sulle piattaforme sono saliti a 1,97 miliardi. Il caso non intaccherà il solido patrimonio di Zuckerberg, ma non si tratta certo di un buon segnale per l’azienda che gestisce il numero più alto di account social in tutto l’Occidente. Non c’è solo una ragione per questo blocco ma vari fattori, a partire dalla paura di perdere terreno con TikTok.

Make Instagram, Instagram again

«Make Instagram, Instagram again». Lo slogan sembra tratto dall’agenda digitale di Donald Trump, eppure questa frase ha cominciato a presentarsi nella bacheca di creator che hanno contribuito al successo della piattaforma, a partire da Kim Kardashian. E di solito è accompagnato anche da una frase: «Basta cercare di essere come TikTok, io voglio solo vedere foto carine dei miei amici. Sinceramente, lo pensiamo tutti». Un appello a cui ha risposto anche Adam Mosseri, capo della piattaforma: «Stiamo cercando di trasformare in meglio l’esperienza con Instagram».

Il tema non è difficile da inquadrare: Meta sul fronte social ha un rivale che non è ancora riuscito a battere (o inglobare). Si tratta di TikTok che a suon i video brevi è riuscito a conquistare le fasce di utenti più giovani, ambitissime dagli inserzionisti. Negli ultimi due anni l’azienda di Mark Zuckerberg ha cominciato a correggere il tiro: prima sono arrivati i Reel, poi nei feed degli utenti sono entrati contenuti suggeriti dall’algoritmo e non più solo quelli dei contatti seguiti. 

Questo misterioso metaverso

Ma non è solo la concorrenza con Tik Tok a mettere in crisi il colosso. Dal 28 ottobre 2021 Facebook ha cambiato nome in Meta, una scelta giustificata da un obiettivo ambizioso: trasformare una società che si occupa di social network e piattaforme di messaggistica in una società traghetterà gli utenti verso una nuova terra digitale. Le parole di Zuck sono state chiare: «Il metaverso cambierà per sempre il modo di relazionarci gli uni con gli altri». Nonostante tutto l’hype creato sul tema, ancora adesso non è chiarissimo perché bisognerebbe fare con un visore addosso cose che possono essere fatte senza.

A chiederselo è anche Elizabeth Lopatto di The Verge in un lungo editoriale in cui punzecchia Zuckerberg:  «Qual è la killer app del metaverso? Per favore ditecelo». A dire il vero un’applicazione che avrebbe reso interessante il mondo digitale di Zuckerberg poteva anche esserci ed era l’acquisizione di Within, casa di produzione di giochi pensati per la realtà virtuale. La proposta per l’acquisto era già sul tavolo ma la Federal Trade Commission ha citato in giudizio Meta per bloccarla: «Meta sarebbe un passo più vicino al suo obiettivo finale di possedere l’intero ‘Metaverso’».

La recessione e le Big Tech

Dietro qull’1 per cento in meno di ricavi c’è però anche altro. L’inflazione e i dubbi sul futuro dell’economia sono arrivati anche dove sembrava impossibile: il rampante mercato delle Big Tech ha cominciato a rallentare negli ultimi mesi. Google e Apple hanno deciso di rallentare le assunzioni e nei prossimi mesi il mercato del lavoro in questo settore potrebbe ridursi ancora. Lo scorso mese, il capo delle risorse umane di Meta Lori Goler ha spiegato che verranno introdotte nuove metriche per misurare la produttività. Parametri che secondo alcune testimonianze raccolte da Business Insider potrebbero tradursi in un taglio del personale fino al 10 per cento.

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