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Massimo Cacciari: «Vi spiego perché non si vince gridando al pericolo fascista»

30 Luglio 2022 - 04:09 Redazione
massimo cacciari vaccini green pass
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Il filosofo: può darsi che Letta la sfanghi ma il problema è che la sinistra non esiste più

Il filosofo Massimo Cacciari spiega oggi in un’intervista a Il Riformista perché non è agitando il “pericolo fascista” che il centrosinistra riuscirà a vincere le elezioni. E che secondo lui il centrodestra non ha la vittoria in tasca. «Anzitutto hanno il problema, che ormai evidente, che quella che prenderà più voti è la Meloni, e quindi dovrebbero lasciare a lei il posto da presidente del Consiglio», esordisce nel colloquio con Umberto De Giovannangeli. «Ma sanno altrettanto bene che questo li porrebbe in una condizione peggio che difficile nei confronti di tutti quelli che hanno l’effettivo potere oggi in questo paese. Che sono le autorità europee, i mercati finanziari e via elencando. Sanno molto bene che è difficilissimo per loro poi tenere in piedi un governo, anche se avessero una maggioranza parlamentare solida, con Giorgia Meloni presidente».

«La sinistra non esiste»

Molto dipenderà da come si muoverà l’altra parte: «Se pensano di potercela fare soltanto gridando “aiuto, aiuto, arrivano i fascisti”, allora la partita è chiusa, così non andrebbero da nessuna parte. Ma se riescono a fare due-tre cose – il reddito sociale, occupazione, ricerca – dotate di senso, con l’appoggio, che sarà senza se e senza ma, di tutte le autorità europee, degli Stati Uniti, della Nato, può darsi che se la sfanghino». Ma per Cacciari c’è anche un altro problema, ovvero che la sinistra non esiste: «Si è brillantemente suicidata almeno nel corso degli ultimi vent’anni. Prima, non riuscendo a varare un partito, il Pd, che avesse davvero al suo interno l’idea di una nuova stagione socialdemocratica, un nuovo modello di welfare etc. Poi, Renzi, che con la storia della sinistra non c’entrava biologicamente nulla. E per finire con i disastri ultimi che hanno sdraiato ogni posizione di sinistra sulle posizioni occidentali-atlantiche in politica estera e interna. La sinistra sarà un problema della prossima generazione. Per questa del presente, è un discorso finito».

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