Matteo Costacurta: chi è il “Principe nero” accusato di essere un killer della mafia albanese

Ha un titolo nobiliare e un patrimonio ereditato da una famiglia facoltosa. Ma secondo la procura ha una doppia vita

Si chiama Matteo Costacurta, ha 38 anni, un titolo nobiliare e un patrimonio ereditato da una famiglia facoltosa. Ma secondo la procura di Roma è anche un killer. Ed è stato pagato per assassinare il 22 ottobre 2020 Alessio Marzani, un pregiudicato che aveva un conto in sospeso con Daniele Gallarello. Che si era rivolto al boss albanese Elvis Demce. Costacurta è figlio unico del nobile veneto Domenico Costacurta e di sua moglie, la spagnola Luisa Maria Ortega Occhi. È tra i soci del “Roma Polo Club”, come si vede dalla foto che lo ritrae. E già nel 2009 si incontrava con Luigi Ciavardini (ex Nar) e Carlo Gentile (ex Terza Posizione). E proprio a lui Massimo Carminati nel 2010 raccontava il suo passato. Mentre il principe nero ha già vissuto il carcere a Milano. Per accuse come associazione a delinquere, rapina aggravata e danneggiamenti.


L’intercettazione con Carminati

L’edizione romana di Repubblica oggi ricorda l’intercettazione tra Carminati e Costacurta:


Eravamo piccoli eh…stamo a parlà de diciott’anni, mo’ li vedi i pischelli di diciott’anni… co’ a biretta ‘n mano…so creature(…) compà a me mi hanno bruciato casa due volte. A Viale Marconi…vivevi con l’estintore. T’aspettavano. Erano altri tempi. Adesso non si può più. A quattordici anni avevo la pistola. Una 7,65 ventimila lire la pagai…ma mia mamma non mi diceva un cazzo(…). Ci andavo a scuola con la pistola..col vespone…erano altri tempi(…) avevamo…gli MG42 montati sulle macchine

Più di recente Costacurta entra in scena nell’omicidio Marzani. È a lui che Demce si rivolge per il “lavoretto”. E lo annuncia a Gallarello con questo messaggio:

Fra sono i miei leoni, ho un squadra di sei leoni, faccio sparare in testa al papa se caca er cazzo». Costacurta abita a Roma Nord, ha intestate alcune case all’Olgiata e un Bed & Breakfast a due passi da San Pietro. Nell’ordinanza firmata dal gip Andrea Fanelli gli viene rinfacciata «una malvagità che pare addirittura trascendere le finalità economiche della propria azione criminale.

«Marzani voleva mille euro al mese»

Gallarello spiega a Demce che Marzani pretende da lui un vitalizio di mille euro al mese. Per farlo fuori Elvis ne chiede 45 mila: 5 mila per le spese, 20 per chi guida la moto e 20 per chi spara. Il 20 ottobre entrano in azione. L’obiettivo sta andando in bicicletta per le vie di Acilia. Due sicari a bordo di un motorino Sh nero sparano due colpi di pistola. Uno lo raggiunge al petto, l’altro al braccio. Marzani cade a terra, si rialza, scappa in un palazzo. Un residente gli apre la porta e lo nasconde. Poi chiama il 112. Quando al “Principe” avevano fatto vedere la foto di Marzani aveva risposto «non vedo l’ora di portare a termine l’incarico». Dopo l’agguato Demce parla con un amico di «Matteo il principe»: «Ma che stai a di’, quello era uno fuori di testa. Fa le rivoluzioni, un folle», gli dice l’altro.

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