Pioggia di razzi vicino la centrale nucleare di Zaporizhzhia, allarme dell’Aiea: «Reale rischio di un disastro: subito ispezione»

Dopo i bombardamenti dello scorso venerdì, nell’impianto è stato spento un reattore, mentre Kiev e Mosca continuano ad accusarsi a vicenda di mettere in pericolo la sicurezza dell’area

Cresce la preoccupazione sulle condizioni della centrale nucleare di Zaporizhzhia, dove il team dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica potrebbe presto arrivare per un’ispezione dopo i recenti bombardamenti. È il direttore generale dell’Aiea (l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica), Rafael Mariano Grossi, ad annunciare su Twitter che una squadra di esperti dovrà visitare la centrale «proprio come abbiamo fatto a Chernobyl e nell’ucraina meridionale all’invio dell’anno». Grossi ha assicurato che è possibile «mettere insieme una missione di sicurezza, protezione e salvaguardia e fornire l’assistenza indispensabile e la valutazione imparziale di cui c’è bisogno».


Il bombardamento e il reattore spento per il pericolo di disastro nucleare

A far crescere i timori dell’Aiea è stato già il bombardamento dello scorso venerdì vicino la centrale – in una zona che Mosca controlla ormai da mesi, anche se il personale della centrale resta ucraino – dopo cui si starebbe concretizzando «un rischio molto reale di un disastro nucleare». A 10 chilometri da Zaporizhzhia sono caduti questa notte circa 60 razzi, di cui 40 molto vicini alla centrale, sul villaggio di Marhanets, lungo la sponda nord del fiume Dnipro. Secondo il capo dell’amministratore militare ucraina di Nikopol, Yevhen Yevtushenko: «Sono state danneggiate case, edifici, condutture e reti elettriche. Due persone sono rimaste ferite, una delle quali, un uomo di 64 anni, è in ospedale con ferite gravi». A causa dei gravi rischi, In seguito dell’attacco al complesso nucleare più grande d’Europa, «il sistema di protezione di emergenza è stato attivato su uno dei tre reattori funzionanti, che si è spento», ha fatto Energoatom, la società che gestisce l’impianto, per evitare che si formino incendi e che possano fuoriuscire materiali pericolosi con il rischio di esplosione.


Le accuse reciproche di Mosca e Kiev

Russia e Ucraina si sono vicendevolmente accusate dei bombardamenti alla centrale. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che Mosca utilizza l’impianto «per il terrore», aggiungendo che «i terroristi russi sono diventati i primi al mondo» a farlo. Il Cremlino, a sua volta, continua a sostenere che dietro gli attacchi ci sia Kiev, in un pretesto per domandare all’Onu e all’Aiea, come avvenuto, che le truppe russe si ritirino dall’area. A comandare queste ultime, è Vadym Klymenko un ufficiale russo dal 1999, nato però a Prosyana, non lontano da Energograd, dove si trova l’impianto. L’origine ucraina di Klymenko ha presto suscitato la rabbia dell’esercito di Kiev, con il capo dell’amministrazione militare della regione di Odessa Serhiy Bratchuk che lo ha minacciato, in messaggio su Telegram: «I partigiani hanno già pronto un pacco per te».

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