Nel pannello con tutti i simboli rifiutati si vede anche Sud Chiama Nord, il progetto di Giarrusso. Questo simbolo però risulta ritirato
In tutto sono 14 e su alcuni pendevano già parecchi dubbi. Il Viminale ha diffuso la lista dei simboli che non sono stati ammessi alle elezioni politiche previste per il 25 settembre. Fra quelli scartati c’è Italiani con Draghi – Rinascimento, un’iniziativa politica di cui Mario Draghi, come aveva riferito Palazzo Chigi, non era nemmeno a conoscenza. Niente da fare nemmeno per Palamara Oltre il Sistema, questa volta però il simbolo era stato effettivamente ideato dall’ex magistrato Luca Palamara: «Abbiamo depositato il simbolo di Palamara oltre il sistema richiamandoci ai temi della giustizia equa, la dea con la bilancia e non il pugnale proprio per esprimere un punto di vista garantista è una visione della giustizia equa rapida scevra da inquinamenti esterni». Ora ci sono 48 ore per fare ricorso sul rifiuto del simbolo, una volta fatto il ricorso la Cassazione dovrà esprimersi in altre 48 ore.
Tra i 14 simboli non ammessi alle elezioni ci sono anche: Partito Liberale Italiano, Movimento Politico Libertas, Partito Pensionati al Centro, Democrazia Cristiana, Pensiero e Azione Ppa, L’Italia s’è desta, Lega per l’Italia, Partito Federalista Italiano, Movimento per l’instaurazione del socialismo scientifico cristiano- No alla cassa forense, Democrazia Cattolica Liberale, Up con de Magistris, dell’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Sud chiama Nord invece risulta ritirato, ma qui la questione è più complessa. Si trattava infatti di un doppione, visto che il simbolo è stato presentato due volte, una da Cateno De Luca, ex sindaco di Messina, e l’altro da Dino Giarrusso, ex M5s ed ex giornalista del programma Le Iene. Dal pannello con i simboli, fotografato dall’agenzia Adnkronos, sembra che quello ritirato abbia il nome di Giarrusso.
Diverse sono state le critiche nei confronti di un articolo del quotidiano La Verità particolarmente condiviso negli ambienti No vax. «Abbiamo trovato alterazioni nel sangue di chi è vaccinato. Mai visti in passato mutamenti di tale entità, con questa costanza e persistenza», hanno affermato gli autori intervistati da La Verità. Lo studio vorrebbe dimostrare che i vaccini a mRNA contro il nuovo Coronavirus provochino pericolosi coaguli nei pazienti.
Per chi ha fretta:
La rivista citata da La Verità non ha effettuato alcuna verifica scientifica (peer-review).
Il lavoro dei tre medici è stato recentemente pubblicato in una nota rivista vicina alle posizioni No vax collegata a un’italiana nota negli ambienti: Antonietta Gatti.
Non abbiamo riferimenti al cieco e al controllo durante lo svolgimento delle misurazioni.
Le analisi sono state condotte usando la microscopia in campo oscuro, una tecnica che già in passato non è stata ritenuta affidabile per stabilire presunti eventi avversi dei vaccini.
Analisi
Circola lo screenshot dell’intervista pubblicata da La Verità, dal titolo «Abbiamo trovato alterazioni nel sangue di chi è vaccinato», a tre medici: il Dott. Franco Giovannini (medico specialista in «Agopuntura Medica, Chimiopuntura, Auricolomedicina, SAT Terapia e Medicina Estetica, in particolare Elettrolipolisi e Mesoterapia»), il Dott. Riccardo Benzi Cipelli (medico «specialista in odontostomatologia» e «parodontologo») e il Dott. Gianpaolo Pisano (medico «specialista in otorinolaringoiatra» con «Master in Citologia»).
L’intervista viene presentata nella prima pagina del cartaceo datato 15 agosto 2022 con la seguente titolazione:
La verità sugli effetti avversi
Studio choc: alterazioni nel sangue dei vaccinati.
Tre medici pubblicano una ricerca sulle persone inoculate con l’mRna. Nel 94% dei casi hanno trovato anomalie nei globuli rossi e la presenza di particelle di dubbia natura. «Mai visti mutamenti del genere»
Nell’introduzione presente in prima pagina, notiamo che i tre medici hanno pubblicato il loro lavoro su «Disinfection» che non risulta essere una rivista scientifica peer-review. Lo sarebbe un’altra, legata a questa vicenda, ma che riscontra diversi problemi.
Un precedente
L’attendibilità e la rilevanza dello studio è minata alla radice da almeno tre elementi. Innanzitutto, si basa sulla microscopia in campo oscuro, stessa tecnica utilizzata per delle analisi presentate da Silvana De Mari (personaggio apprezzato negli ambienti No vax), come spiegavamo in un precedente articolo:
Il microscopio in campo oscuro viene usato anche nell’ambito della Live blood cell analysis e non sono poche le ragioni che hanno ispirato lo scetticismo degli esperti, come spiega in tempi non sospetti il dottor Stephen Barrett, in un articolo su Quackwatch.
Il dottor Hayley Anderson spiega su MicroscopeMaster, che questo genere di analisi sono spesso sostenute da medici che hanno fatto «affermazioni dubbie sulla salute e manipolano i risultati dei test per mostrare la necessità e la successiva prova che gli integratori nutrizionali ed enzimatici stanno funzionando. Studi informali […] mostrano che i risultati dei test spesso non possono essere replicati». Il laboratorio menzionato dalla relatrice utilizza lo stesso tipo di microscopia di cui si sono avvalsi gli autori neozelandesi del precedente “studio”, come illustrato dai colleghi di Lead Stories.
Il video riguarda un incontro tenuto a Savigliano (CN), nel quale risulta citato un lavoro dell’autore di quelle analisi: lo stesso che vediamo tra i firmatari dell’articolo in oggetto, ovvero Franco Giovannini, il quale figura anche come specialista in agopuntura (considerata una pseudo-scienza).
Che cos’è «Disinfection»?
Il Pdf della pubblicazione è stato caricato e condiviso nel mese di luglio 2022 da siti No Vax come Eventiavversinews (ne parliamo qui, qui e qui). Nell’editoriale, che precede il lavoro dei tre medici, leggiamo:
Per questo abbiamo ritenuto utile pubblicare il lavoro che vi accingete a leggere: non è certamente nelle nostre competenze valutarne l’impatto scientifico, ma è evidente che le osservazioni riportate dagli Autori rappresentano, quanto meno, un “sasso nello stagno” per ulteriori approfondimenti, nel contesto di quella “onestà intellettuale” che, da sempre, ha caratterizzato e caratterizza la nostra Associazione.
Un elemento che permette di comprendere che non vi è stato alcun controllo scientifico su quanto pubblicato da «Disinfection». Non si tratta di una rivista scientifica peer-review, ma di un supplemento di un mensile chiamato ND e collegabile dell’associazione «senza scopo di lucro dei Professionisti operanti nel settore della Biosicurezza ambientale» (A.T.T.A.). Il lavoro dei tre medici risulta però pubblicato altrove e in lingua inglese: una “rivista scientifica” chiamata International Journal of Vaccine Theory, Practice, and Research (IJVTPR). Ecco un tweet dove viene fornito lo screenshot e il link al documento dei tre medici (nello screenshot da noi fornito evidenziamo la presenza dei loro nomi):
Come è stato svolto lo studio
Nella nostra precedente analisi rispondevamo anche ai risultati prodotti nel centro diagnostico di Giovannini, durante una conferenza presentata a Savigliano nel maggio scorso, che aveva avuto eco anche grazie a un servizio di Byoblu. Non sappiamo se le analisi a cui faceva riferimento la relatrice fossero le stesse dello studio in oggetto, ma notavamo che parlava chiaramente di persone di cui era noto in partenza se fossero state vaccinate o meno. Insomma, c’è il legittimo sospetto che queste analisi non fossero state svolte col cieco, ovvero sarebbe stato noto fin da subito agli sperimentatori chi era vaccinato e chi no. Nell’articolo de La Verità, inoltre, l’intervistatore domanda agli autori se il loro lavoro non verrà contestato sul fatto che «non esiste un gruppo di controllo come avviene in un normale trial scientifico».
Nel testo non compare mai il termine «blind» che definisce il cieco, dunque non è chiaro come sarebbe stato svolto il controllo. Per esempio, si parla di circa mille pazienti «sintomatici dopo almeno un’iniezione di mRNA» ma non di un gruppo simile di non vaccinati, per accertare che non vi fossero difetti nel metodo di analisi. I ricercatori hanno effettuato osservazioni al microscopio in campo oscuro, scattando «da un minimo di 5 ad un massimo di 20 fotografie». Nel testo compaiono riferimenti alla presunta presenza di «ossido di grafene», citando per altro i lavori di Antonietta Gatti e Stefano Montanari (ricordatevi di entrambi i nomi), che negli ambienti No vax viene associata ai vaccini. Una tesi rivelatasi priva di fondamento, di cui ci siamo occupati in diverse analisi (per esempio qui, qui e qui):
Ciò che sembra abbastanza chiaro – continuano gli autori – è che particelle metalliche simili all’ossido di grafene e forse ad altri composti metallici, come quelli scoperti da Gatti e Montanari (Montanari & Gatti, 2016; Gatti & Montanari, 2012, 2017, 2018), sono state incluse nel cocktail che i produttori hanno pensato bene di inserire nei cosiddetti “vaccini” a mRNA. Nella nostra esperienza di medici, queste iniezioni di mRNA sono molto diverse dai tradizionali “vaccini” e i loro produttori devono, secondo noi, chiarire cosa c’è nelle iniezioni e perché è lì.
Metalli nei vaccini e «potenziale Z»
Gli autori basano il loro intero lavoro su osservazioni qualitative mediante strisci di sangue. Aureliano Stingi (PhD in Cancer bilogy) spiega a Open cosa non va nelle analisi e nel tipo di dati raccolti. «Lo striscio di sangue è un test di laboratorio che serve ad ottenere una fotografia delle cellule presenti nel sangue – continua Stingi -, sono un tipo di esame molto soggetto a variabilità, ad esempio condizioni diverse di temperatura ed umidità possono influenzare la presenza o meno di coaguli e di agglutinazione». Cosa sostengono esattamente gli autori? «Loro ritengono che il vaccino possa in qualche modo modificare il Potenziale Z (parametro fisico-elettrico che influenza le interazioni tra particelle) modificando cosi la capacità del sangue di coagulare».
Cosa non va in questa narrazione? «Il punto è che il potenziale Z è una forza che agisce a livello microscopico e la sua valutazione non può essere effettuata “a occhio” come gli autori sembrano fare. Anche se il vaccino contenesse metalli o sostanze estranee (e non le contiene) in grado di modificare il potenziale Z, la valutazione di questo parametro e il suo impatto sui globuli rossi non potrebbe essere effettuato con un semplice striscio di sangue. Infine – conclude l’esperto -, gli autori indicano un parallelismo tra le loro osservazioni, cioè che i metalli del vaccino cambiano il potenziale elettrico degli eritrociti, e un altro lavoro pubblicato dove viene affermato che l’alluminio è in grado di stressare l’acqua, ed in ultima analisi quindi, di causare il cancro. Ovviamente il cancro ha una origine molto più complessa e non è in alcun modo causato dalla perturbazione dell’acqua».
L’attendibilità della rivista IJVTPR
Il lavoro dei tre medici è apparso nel mese di agosto 2022 sulla International Journal of Vaccine Theory, Practice, and Research (IJVTPR). Dall’archivio del sito riscontriamo che la prima pubblicazione risale all’anno 2020.
Si tratta di una rivista già nota agli autori di Retraction Watch (portale dedicato alle frodi scientifiche e alla denuncia delle riviste predatorie), i quali notano come il periodico sembri dedicato a sostenere che «le vaccinazioni, e non le malattie che prevengono, sono un flagello». Basti vedere come vengono presentati quelli Covid nell’edizione speciale del 2021.
Due fonti «Associate Editors»
Proseguendo con l’analisi del metodo di revisione, riscontriamo la spiegazione di come verrebbe effettuata la peer-review (al punto 2 del capitolo «Peer Review Process for the IJVTPR»):
Peer Review Practice. Normally at least two reviewers from the Editorial Board will be called upon to examine and critique materials in the subject-matter areas of the journal.
Andando a leggere l’Editorial Board (intitolato «Editorial team») notiamo due nomi tra gli «Associate Editors»:
Antonietta Gatti, PhD, Doctorate also in Experimental Physics, Cofounder and Principal Investigator of Nanodiagnostics, SRL (Società a Responsabilità Limitata), Italy; expertise in biomaterials, electron microscopy, nanotechnologies, biomaterial degradation, induced pathologies, and tissue engineering to prevent biomaterial injuries; holds patent for material to detect phosphorus and calcium ions in polluted waters; winner of the GIRSO Prize 1987; author of 140+ peer-reviewed scientific publications.
[…]
Stefano Montanari, Doctorate in Pharmacy with a dissertation in michrochemistry; Director of the Nanodiagnostics Laboratory of Modena since 2004, inventor of caval filtration devices, a prosthetic heart valve, and teacher on caval filtration and nanopathologies in the Interuniversity Masters in Nanotechology of Venice (Ca ’Foscari University, University of Padua, University of Verona), the University of Turin and the European Community; expertise in caval filtration and the prevention of pulmonary thromboembolism; and in pathologies induced by solid, inorganic nanoparticles.
Si tratta degli stessi Antonietta Gatti e Stefano Montanari citati all’interno della pubblicazione di Giovannini e dei suoi colleghi. Le stesse persone, moglie e marito, che per anni hanno alimentato le teorie No Vax (ne parliamo qui, qui e qui) anche nelle prime pagine del quotidiano La Verità con la bufala del business dei feti abortiti (ne parliamo qui).
Non è dato sapere se ad effettuare la peer-review (secondo i canoni della rivista) sia stato uno dei due o entrambi. Di fatto, la pubblicazione potrebbe risultare per entrambi un’ulteriore citazione utile all’H-Index.
Un classico dei critici del vaccino
All’interno dell’intervista de La Verità leggiamo la seguente introduzione:
«Chi ha studiato medicina sa che non si vaccina mai in corso di epidemia, per non incorrere nella “fuga virale”, cioè il tentativo del virus di riprodursi continuamente. Si modifica attraverso le varianti con lo scopo di infettare, a maggior ragione avendo a che fare con virus a Rna particolarmente tendenti a variare». Chi mi parla è Riccardo Benzi Cipelli (di seguito «BC») collegato in remoto con Franco Giovannini (di seguito «G»).
La teoria del non si vaccina mai durante un’epidemia risulta uno dei cavalli di battaglia dei contestatori del vaccino anti Covid-19 (ne parliamo qui, qui e qui).
Bill Gates e i «quantum dots»
Nell’intervista leggiamo ancora:
BC: «[…] E probabilmente non solo di grafene si tratta. Cosa suggeriscono quelle immagini a cielo stellato? Si tratta di grafene quantum dots»
La Verità: «Ha forse ragione chi è stato tacciato fino a oggi di complottismo?»
BC: «Bill Gates l’ha pubblicamente e candidamente dichiarato in un’intervista del febbraio 2020: “Inseriremo nei vaccini dei quantum dots che permetteranno di tracciare chi è stato vaccinato e chi no”».
Basta una semplice ricerca con Google per riscontrare gli articoli di fact-checking dei colleghi stranieri, come Reuters e Factcheck:
A conspiracy theory falsely claims Bill Gates is plotting to use COVID-19 testing and a future vaccine to track people with microchips. The Gates Foundation has advocated for expanded testing and has funded vaccine research, but neither of those involves implanted microchips.
Aggiornamento 18 agosto 2022
Il Prof. Enrico Bucci, esperto nell’analisi degli studi scientifici, ha contestato lo studio in oggetto in un articolo pubblicato su Il Foglio. Come Open Fact-checking, viene evidenziato e ritenuto errato il metodo utilizzato dagli autori dell’opera presentata da La Verità come «studio choc»:
Innanzitutto, gli autori del lavoro in questione pretendono di dimostrare impressionanti alterazioni ematologiche, soprattutto di natura aggregativa, dall’esame al microscopio in campo oscuro di piccoli campioni di sangue dei soggetti esaminati. Naturalmente, tuttavia, le diverse forme di aggregazione osservabili su campioni di questo tipo sono legate alla preparazione, al tempo intercorso, e ad una miriade di altri fattori ambientali; dunque l’esame ad occhio delle figure presentate, e riferite oltretutto a 4 soggetti “rappresentativi”, non consente di escludere ogni genere di artefatti.
La critica prosegue per l’assenza del doppio cieco:
[…] ogni tipo di analisi retrospettiva di campioni biologici, volta ad esaminare differenze tra una popolazione e un’altra (in questo caso vaccinati e non vaccinati) va condotta in doppio cieco; e l’analisi va inoltre condotta appoggiandosi a qualche parametro quantitativo, non fosse altro che un giudizio fornito da un numero indipendente di esperti all’oscuro dell’identità dei campioni, e su un numero ampio, in modo da ottenere significatività sufficiente
L’esperto riporta anche un’altra problematica:
Inoltre, non vi è nessuna indicazione dei metodi che dovrebbero garantire l’assenza di contaminazioni da particolato durante la preparazione dei campioni.
Secondo Bucci, quanto illustrato è sufficiente per ritenere che le conclusioni dello “studio” «non valgono nulla» e «l’assenza totale di ogni scientificità».
L’esperto riporta le sue perplessità in merito alla “rivista” e in particolare sugli editor. Non si parla soltanto di Antonietta Gatti e Stefano Montanari, entrambi candidati al Parlamento italiano alle prossime elezioni del 25 settembre 2022 con il partito della complottista No Vax Sara Cunial. Open Fact-checking ha controllato i canali della propaganda di Stefano Montanari, riscontrando nel suo canale Telegram (con oltre 99 mila iscritti) la condivisione dell’articolo de La Verità con il commento del canale Telegram Veritas:
“anomalie mai viste e particelle di dubbia natura”, il grafene nei sieri genici arriva in prima pagina
Fu così, che il 15 Agosto 2022, il muro di gomma dell’omertà venne rotto. I sempre più numerosi decessi e malori per “malore improvviso” hanno una firma: siero genico con grafene. E’ stato un “giallo” banale in cui in moltissimi avevano capito, fin dall’inizio, chi fosse l’assassino.
Adesso, il killer, è in prima pagina.
Proseguendo con l’analisi di Enrico Bucci, l’elenco degli editor presenta anche altri personaggi:
Soprattutto, questa cosiddetta rivista è ben felice di pubblicare qualunque immondizia No vax, come è possibile dedurre scorrendo i nomi dell’editorial board. John Oller, l’editor in chief, è uno che crede che i vaccini causino l’autismo. E’ anche un creazionista sostenitore della terra giovane, ed è un eccellente esempio di pseudoscienziato. Christopher Shaw, editor in chief, un oftalmologo antivaccinista, con molte ritrattazioni, dell’Università della British Columbia, pure lui sostenitore del legame tra vaccini e autismo. Gayle De Long, editore, un professore di economia che ha cercato di rifilare uno degli articoli più ridicolmente incompetenti cercando di affermare che il vaccino HPV riduceva la fertilità: articolo ovviamente ritrattato. Stephanie Seneff, editore, nota pseudoscienziata, che abbiamo già incontrata su queste pagine, pronta a cavalcare ogni genere di teoria pseudoscientifica.
Bucci evidenzia anche la presenza di esponenti dell’associazione No Vax Children’s Health Defense di Robert Kennedy jr (ne parliamo qui e qui).
Conclusioni
Lo studio, oltre a essere stato pubblicato in una rivista ritenuta non autorevole e vicina agli ambienti No vax, mostra analisi svolte utilizzando una tecnica di microscopia di dubbia attendibilità per lo scopo prefissato. Infine, presenta pesanti limiti di metodo: per esempio non si trovano riferimenti al cieco (ammesso ricorda la stessa intervista de La Verità) e al tipo di controllo eseguito.
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