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Chi è Giorgio Minisini, «il giullare» del nuoto sincronizzato che ha vinto quattro ori agli Europei. Dal mito di Bill May alla mascotte Gastone

16 Agosto 2022 - 18:27 Enrico Spaccini
Il 26enne di Ladispoli ha vinto le prime gare maschili di nuoto sincronizzato della storia degli Europei

Pur di far guadagnare qualche punto in più a chi lo ha voluto inserire nella propria formazione al Fantaeuropeo, ha portato a fare una passeggiata il terranova Gastone mascotte dell’Europeo. Ha indossato una parrucca tricolore e un’altra dai lunghi capelli dorati dopo aver conquistato il suo quarto oro con tanto di occhiali da sole di dubbio gusto. Giorgio Minisini è questo, è il 26enne di Ladispoli che ha combattuto tutta la sua giovinezza contro i pregiudizi per poter fare quello che ama: il nuoto sincronizzato. E lo fa piuttosto bene. «Il giullare», come lo chiamano gli altri componenti della squadra italiana, è entrato negli ultimi giorni nella storia dello sport: nella sua Roma ha vinto due medaglie d’oro nella prima prova solo maschile di nuoto sincronizzato e nel libero maschile. Che, tra l’altro, sono le prime gare di questa disciplina mai disputate nella storia degli Europei. Oltre a queste, ne ha vinte altre due con la sua partner di vasca Lucrezia Ruggiero. Con la 22enne romana e sua compagna sia di club nell’Aurelia nuoto che alle Fiamme Oro, ha vinto sia il libero di coppia che il duo misto tecnico. Giorgio Minisini è quindi il primo oro della storia dell’Italsincro maschile agli Europei.

Contro i pregiudizi

Con un carattere sempre scherzoso, Minisini è innamorato di questo sport da quando ha 4 anni, quando vide l’esibizione della star americana Bill May: grande sostenitore della presenza maschile nel nuoto sincronizzato al quale venne impedito di prendere parte alle Olimpiadi di Atene 2004 perché, appunto, maschio. Ad aiutarlo a seguire il suo sogno, la madre Susanna De Angelis, ex sincronette e allenatrice di nuoto sincronizzato. Prima di salire sul gradino del podio più alto per ben 4 volte, Minisini ha dovuto superare gli stereotipi di chi aveva introno. «Penso che quanti mi giudicassero e deridessero lo facevano solo per ignoranza, nel senso che non sapevano di questo sport», ha raccontato in un’intervista, «non dico di aver sofferto di depressione, ma mi sono sentito smarrito e certe volte ho avuto paura di sprecare la mia giovinezza». Se potesse tornare indietro, però, direbbe al Giorgio ragazzino solo «di resistere». Mentre oggi deve ancora lottare non solo per migliorarsi, ma anche per far sì che il nuoto sincronizzato maschile venga riconosciuto nel programma olimpico.

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