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Maltempo, il presidente del Centro europeo sui cambiamenti climatici: «Ecco perché le piogge violente colpiscono il Nord Italia»

19 Agosto 2022 - 08:40 Redazione
Lo scienziato Antonio Navarra spiega al Corriere della Sera i fenomeni estremi di questi giorni

Il maltempo sta allarmando le regioni, soprattutto al nord. Violente bufere si stanno abbattendo in Liguria, Toscana e Veneto. E il cambiamento climatico ha un ruolo centrale. Più nello specifico, la causa è da ricercarsi nel «contrasto tra una massa d’aria molto fredda che viene dal Nord Europa e una molto calda che stava su tutto il Mediterraneo». A spiegare le dinamiche di queste piogge è Antonio Navarra, fisico e presidente del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici, in un’intervista al Corriere della Sera. L’incontro tra l’aria fredda e calda fa quindi condensare l’acqua e piove, e più è elevato il contrasto tra le due e maggiore saranno le precipitazioni. Quelle di questi giorni, chiarisce Navarra, sono dovute al fatto che «il Mediterraneo era “maturo”, aria e suolo erano eccezionalmente caldi, le temperature marine molto alte, e alla prima incursione di un vortice di aria fredda si sono create le precipitazioni estreme».

Perché le piogge stanno colpendo il nord Italia

Il nostro Paese sembra essersi diviso in due: maltempo al nord e il sud che regge. Questo perché «la frontiera, il fronte fra le due masse d’aria, in questi giorni passa dal centro d’Italia. Metà del Paese sta sotto l’aria fredda e l’altra metà sotto quella calda». E, aggiunge Navarra, «sul bordo, che non è ovviamente tirato con il righello, si sono verificate le manifestazioni più estreme». C’è poi da considerare che il Mediterraneo è notoriamente un’area fragile: «si trova al bordo tra le regioni tropicali e quelle temperate», continua l’esperto. Secondo lo scienziato il cambiamento climatico continuerà a far alzare le temperature e a ridurre sempre più le piogge (soprattutto nel centro-sud), peggiorando così lo «stress sulle risorse idriche e un aumento del livello del mare». Infine, l’ulteriore rischio – a lungo termine – è che «si allunghi sempre più il periodo estivo».

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