Daspo per il rapper Niko Pandetta: è indagato per una sparatoria fuori da una discoteca di Catania

Il provvedimento nei confronti dell’artista catanese avrà la durata di un anno

Ancora guai per il rapper Niko Pandetta. Il questore di Catania ha applicato nei confronti dell’artista catanese classe ’91 – già protagonista della cancellazione di decine di suoi live programmati nel corso dell’estate per motivi di ordine e sicurezza pubblica e per l’esaltazione che farebbe nei suoi testi di contesti criminali e mafiosi – il cosiddetto Daspo Willy. La misura è stata emanata a margine di un’indagine condotta dalla polizia su una violenta rissa, sfociata poi in una sparatoria, avvenuta all’esterno del noto locale di Catania Ecs Dogana, alla fine dello scorso aprile, in cui Pandetta sarebbe coinvolto. Il Daspo è stato applicato anche ad altre cinque persone tra i 19 e i 28 anni, nei confronti dei quali il provvedimento avrà una durata di due anni. Per Pandetta, invece, in relazione alla condotta tenuta, è previsto un solo anno.


I fatti 

I provvedimenti sono scaturiti appunto dall’episodio avvenuto in una notte di aprile scorso dapprima all’interno e poi esterno della discoteca Ecs Dogana, dove è scoppiata una violenta rissa tra due gruppi rivali, uno vicino al Clan Cappello e l’altro ai Cursoti, che ha coinvolto decine di persone. Lo scontro è degenerato rapidamente in una sparatoria, durante la quale sono stati esplosi almeno 14 colpi da due pistole calibro 7.65, ferendo due ragazzi. Il 9 agosto erano state già arrestate con misura cautelare in carcere le cinque persone raggiunte ora anche dal Daspo, con le accuse, a vario titolo, di rissa e lesioni personali aggravati dalla detenzione, porto in luogo pubblico e uso di più armi comuni da sparo. Niko Pandetta, non raggiunto dalla misura cautelare, risulta comunque indagato per «concorso esterno sul piano morale» nel reato di rissa, per una serie di indizi che proverebbero il suo coinvolgimento nello scontro di quella notte. L’artista, infatti, avrebbe avuto un diverbio all’interno del locale, da cui poi sarebbe stato allontanato. Ma, secondo la testimonianza di un addetto alla sicurezza, Pandetta sarebbe poi tornato «insieme a due o tre soggetti, giovani» e «alla sua rinnovata presenza in loco è seguito l’innesco della rissa».


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