Nel piano sul risparmio del gas centrali a carbone al massimo: chi rischia la multa per i termosifoni

Il governo prevede anche di incentivare le aziende a riduzioni dei consumi volontari, per i settori che possono permetterselo, con un sistema di sconti sul prezzo dell’energia

Nel decreto atteso per la prossima settimana sul piano per i risparmi energetici non dovrebbero esserci le famigerate multe per chi non aderirà alle riduzioni delle temperature in casa indicate dal governo. A Repubblica il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani spiega di voler puntare sulla responsabilità degli italiani, più che su un sistema a tappeto di controlli casa per casa che, dicono fonti dell’esecutivo: «sarebbe da stato di polizia», oltre che sostanzialmente impossibile da mettere in pratica. I controlli sulla regolazione dei riscaldamenti comunque ci saranno, a cominciare dagli uffici pubblici, oltre che nei condomini con gli impianti centralizzati, più facili da verificare e quindi da multare.


Quanto si risparmia

Secondo le stime dell’Enea su cui Cingolani starebbe basando le misure previste nel piano, se tutti faranno la propria parte ci potrebbe essere un risparmio di 2,7 miliardi di metri cubi di gas in un anno. Per le famiglie potrebbe comportare una costo in meno di 179 euro in media, sempre se sul riscaldamento di casa si seguano tre azioni: accendere i riscaldamenti 15 giorni più tardi, a cominciare dal 1 novembre per le zone più fredde, ridurre la temperatura di un grado da 20 a 19, tenere i caloriferi in funzione un’ora in meno al giorno. Misura che potrebbe arrivare anche a due gradi, se l’adesione ai risparmi sarà scarsa. E poi ci sono tutti quegli accorgimenti quotidiani che l’Enea indica per ridurre i consumi, dal fuoco spento negli ultimi due minuti di cottura della pasta, fino alle docce più brevi e poche lavatrici.


L’aiuto del carbone

Anche comunque seguendo tutti i consigli degli esperti, il risparmio di circa 9 miliardi di metri cubi di gas previsto dal governo prevede comunque l’apporto di fonti alternative. Nel decreto su cui sta lavorando Cingolani è infatti previsto che le centrali a carbone già attive producano a pieno regime, andando a coprire dal 5-6% del fabbisogno nazionale, al 8-9%.

La mappa per le aziende

E se da un lato il governo esclude per il momento un vero e proprio piano di razionamenti generalizzati per l’inverno, per le aziende sarebbe previsto un sistema di riduzioni pianificate studiato d’accordo con Confindustria. Secondo quanto riporta il Messaggero, il decreto conterrà una mappa di distacchi volontari e programmati per i settori che possono sostenerli. Previsti prezzi calmierati su una porzione di gas di produzione nazionale e uno sconto sull’elettricità da fonte rinnovabile per le imprese energivore. Un incentivo che il governo spera spinga le imprese a incrementare gli investimenti negli impianti, sempre che la burocrazia faccia la sua parte provando a ridurre i tempi di autorizzazione, che oggi difficilmente vanno sotto i 120 giorni.

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