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Inps, i controlli sulle pensioni di chi vive all’estero: occhi puntati su Portogallo, Spagna e Tunisia

12 Settembre 2022 - 10:15 Redazione
Inps
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Assegni a rischio già da marzo. Le mete preferite dei pensionati

Arrivano i nuovi controlli dell’Inps sulle pensioni dei residenti all’estero. A partire da mercoledì prossimo, 14 settembre, l’Istituto nazionale previdenza sociale effettuerà verifiche per provare l’esistenza in vita di chi riceve ogni mese l’assegno della pensione e che non vive più in Italia. Operazioni che di solito sono affidate a Citibank, la banca che si occupa dei pagamenti all’estero. Ma che è tenuta a effettuare solo controlli scaglionati nel tempo. Secondo gli ultimi dati, sono 326mila le pensioni pagate in 165 Paesi per un totale di quasi 1,4 miliardi di euro. Gli importi mensili più ricchi variano da un lordo di 4.240 euro, tra chi ha scelto di vivere in territorio portoghese, e 3.800 euro per chi in media ha scelto quello tunisino.

Le mete preferite dei pensionati

Sono proprio Portogallo e Tunisia, insieme alla Spagna, le mete predilette di chi decide di lasciare l’Italia una volta finito di lavorare. Complice anche la tassazione meno severa. La Fondazione Migrantes ha rilevato come dal 2017 al 2021 i pensionati italiani che decidono di spostarsi verso Lisbona e dintorni sono più che triplicati. E sono passati da 994 a più di 3.500. Se questi vengono sommati a chi ha scelto Madrid, si supera i 10 mila. In totale, ad oggi, all’estero vivono oltre 5 milioni e mezzo di italiani. Le pensioni che vengono pagate all’estero rappresentano il 2,4% del totale erogato dall’Inps. Le verifiche che partiranno in settimana riguarderanno i residenti in Europa (tranne Scandinavia e Paesi dell’est), Africa e Oceania. Nella prima metà dell’anno, invece, i controlli hanno riguardato Usa, Sudamerica, Asia, Estremo Oriente, Paesi scandinavi ed est Europa. I pensionati residenti all’estero, ricevuta la comunicazione dall’Inps, dovranno far pervenire gli attestati di esistenza in vita entro il 12 gennaio 2023.

La rata di febbraio

«Nel caso in cui l’attestazione non sia prodotta», specifica l’Inps, «il pagamento della rata di febbraio prossimo avverrà in contanti presso le agenzie della Western Union», una di quelle presenti nello Stato di residenza. Se non dovesse venire riscossa la pensione, o comunque l’attestazione di esistenza in vita non arrivasse entro il 19 febbraio 2023, gli assegni verrebbero sospesi già da marzo.

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