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Reggio Emilia, la storia dei dipendenti sospesi per aver mangiato mortadella e la replica dell’azienda: «Non erano scarti»

16 Settembre 2022 - 08:44 Gianluca Brambilla
I due lavoratori annunciano di voler fare ricorso. L'impresa: «Hanno mangiato intere confezioni destinate alla vendita»

Sospesi dal luogo di lavoro per aver mangiato un panino con qualche fetta di mortadella. È quanto sostengono due dipendenti della cooperativa agricola Tre Valli, a Correggio, in provincia di Reggio Emilia. Nei giorni scorsi, i due lavoratori – addetti al confezionamento di carne e salumi – hanno ricevuto dall’azienda una lettera di richiamo disciplinare che annunciava la loro sospensione. I due dipendenti, che si sono rivolti a uno studio legale per fare ricorso contro la decisione dell’azienda, hanno raccontato la vicenda a Il Resto del Carlino. «Ho fatto uno spuntino nella mia pausa, dato che nello stabilimento ci sono alcuni distributori automatici che non bastano per 80 dipendenti e al pomeriggio sono già vuoti», ha raccontato al giornale emiliano uno dei due lavoratori sospesi. «Ho subito ammesso di aver mangiato il panino, ma non mi sembrava di aver fatto nulla di sbagliato. Anche perché allora sarebbe da sospendere tutto il personale, dato che si tratta di una prassi consolidata».

La replica

L’azienda, che rifornisce il colosso dell’agroalimentare Veronesi, è intervenuta sulla vicenda con una nota, in cui si racconta una versione un po’ diversa di quanto accaduto. «A seguito di ripetute segnalazioni concernenti gravi episodi che si sono verificati all’interno dello stabilimento, l’azienda ha dato corso a una serie di accertamenti, poi sfociati con l’avvio di procedimenti disciplinari», si legge nel documento diffuso dalla cooperativa Tre Valli. L’azienda, poi, precisa come gli alimenti consumati dai due lavoratori non fossero «scarti della produzione, bensì intere confezioni di prodotti a tutti gli effetti destinati alla successiva commercializzazione. La vicenda verrà chiarita nelle competenti sedi, in esito alle procedure previste dalla legge».

Foto di copertina: ANSA

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