Parla il primo soldato britannico liberato dai russi: «Trattato peggio di un cane: pestato per un tatuaggio e pugnalato alla schiena»

Catturato a Mariupol, il 28enne ha raccontato la prigionia sotto l’esercito russo e le torture subite durante gli interrogatori

Aiden Aslin, uno dei cinque britannici rilasciati dalla Russia nell’ultimo scambio di prigionieri dei giorni scorsi, ha rilasciato la sua prima intervista ai media. Aslin ha raccontato la sua detenzione, durante la quale è stato «trattato peggio di un cane», al The Sun. Catturato insieme al connazionale Shaun Pinner nella città sud-orientale di Mariupol, Aslin era stato accusato di essere un mercenario e inizialmente era stato minacciato di morte per fucilazione dopo essere comparso in un tribunale retto dai russi. Alla fine era stato portato in carcere, dove è stato interrogato e brutalmente picchiato: «Appena ho detto che venivo dalla Gran Bretagna mi hanno dato un pugno dritto sul naso. Mi hanno picchiato per bene», ha raccontato. Poi «mi hanno detto di togliermi la giacca e hanno visto questo tridente (un tatuaggio, ndr) e mi hanno picchiato di nuovo, per il tridente ucraino. Mi hanno chiesto cosa fosse un altro tatuaggio, allora ho detto loro che ero già stato in Siria. Mi hanno picchiato di nuovo e un uomo ha tirato fuori il suo coltello e mi ha detto “Se non mi dici subito con chi stai, ti taglio l’orecchio”». Il soldato 28enne ha anche raccontato di essere stato in isolamento per cinque mesi, senza il permesso di camminare. Durante quel periodo, è stato anche pugnalato alla schiena da un ufficiale. «Vuoi una morte rapida o una bella morte», gli ha chiesto l’agente. Ha descritto come lui e altri tre prigionieri siano stati costretti a dormire in una cella di due metri per due metri e mezzo, stesi su una stuoia infestata di pidocchi. Obbligatoriamente in piedi, «dovevamo anche cantare l’inno nazionale russo ogni mattina. Se non lo cantavi venivi punito, in un modo o nell’altro».


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