Tregua nella Lega, rimandata la resa dei conti con i governatori: «Fiducia in Salvini per recuperare al governo»

È durato quattro ore il Consiglio federale con i vertici del Carroccio che conferma il segretario dopo una «discussione franca»

Resa dei conti rimandata nella Lega che prova a ricompattassi con il Consiglio federale di oggi 27 settembre durato quattro ore, il primo dopo il magro 9% ottenuto dalle urne dal partito guidato da Matteo Salvini. Ed è proprio sul segretario federale che i vertici del Carroccio fanno quadrato, nonostante le bordate partite qualche ora prima dalla vecchia guardia, a cominciare da Roberto Maroni fino al fondatore Umberto Bossi, al momento escluso dal Parlamento dopo 35 anni. Alla fine del Consiglio federale, la nota leghista sottolinea come «Salvini avrà un ruolo fondamentale» nel cercare di «recuperare il consenso grazie ai risultati che otterrà nel governo di centrodestra». Piena fiducia nel leader leghista chiamato a ripartire «anche dall’ascolto del territorio e dalla valorizzazione dei tanti amministratori a partire dai governatori». Le fibrillazioni dei presidenti di regione erano emerse già con le dichiarazioni di Luca Zaia subito dopo il voto. Ma da via Bellerio nel corso della lunghissima riunione ci hanno tenuto a diffondere una foto che cercava di spazzare via ogni sospetto di tensioni tra i dirigenti leghisti. Nell’immagine ci sono Salvini seduto accanto a Zaia, e poi Attilio Fontana vicino a Massimiliano Fedriga. E poco dietro Giancarlo Giorgetti. «C’è stata una discussione franca ma è emersa la tutela assoluta del segretario», spiegava una nota. E infine Fedriga, considerato tra i possibili contendenti alla segreteria, ha commentato: «Salvini sì o no? Salvini Sì». Almeno per ora.


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