Il fondatore della Lega Umberto Bossi è stato eletto alla Camera, dove si era candidato nel collegio plurinominale di Lombardia 2 a Varese. La svolta sarebbe arrivata solo oggi come riporta Eligendo, visto che ancora ieri 27 settembre ricorda Ansa il sito del ministero dell’Interno non riportava il nome del Senatùr tra gli eletti. Sempre oggi era stato Roberto Calderoli a sostenere che il Viminale avrebbe «preso un granchio clamoroso» nell’escludere Umberto Bossi dal prossimo Parlamento. L’ex ministro leghista è sicuro che invece il fondatore del Carroccio sia stato effettivamente eletto, ma sarebbe vittima di un errore commesso dal ministero dell’interno «nell’attribuzione provvisore dei collegi plurinominali». Bossi era candidato nel collegio proporzionale a Varese come capolista, eppure secondo il Viminale non sarebbe riuscito a ottenere un seggio alla Camera, restando per la prima volta fuori dal Parlamento dopo 35 anni di presenza. A pesare nell’errore del calcolo sarebbe stato il famigerato sistema di attribuzione dei seggi detto «flipper», secondo cui la ripartizione è influenzata anche dalle percentuali di voto ottenute dagli altri partiti della coalizione.
La ripartizione dei seggi è stata pubblicata su «indicazione della Cassazione»
La ripartizione dei seggi proporzionali alla Camera dei deputati in alcuni collegi plurinominali che ha permesso a Umberto Bossi di essere eletto nel collegio plurinominale di Lombardia 2 a Varese, ma che solo oggi appare tra gli eletti, è stato pubblicato su Eligendo anche a «seguito di indicazioni fornite dall’Ufficio elettorale centrale nazionale presso la Corte di Cassazione», ha precisato il dipartimento per gli Affari interni e territoriali del ministero dell’Interno. Quello che resta invariato, però, è il dato relativo al totale dei seggi attribuiti a livello nazionale a tutte le coalizioni e alle liste della Camera, anche per i collegi uninominali. Oltre a questo, precisa il dipartimento, non cambia «la ripartizione dei seggi relativi al Senato». Si tratta però di una ripartizione al momento «ufficiosa» perché per essere definitiva serve la conferma dell’Ufficio elettorale centrale nazionale della Cassazione e degli uffici competenti della Corte di Appello.
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