Umberto Bossi senatore a vita? Perché con la riforma della Lega non può succedere adesso

L’idea del segretario della Lega Matteo Salvini sarebbe inattuabile proprio secondo l’ultima modifica fatta dal Carroccio al numero di parlamentari e alla possibilità del Capo dello Stato di nominare un numero definito di senatori a vita

Umberto Bossi non potrà essere nominato senatore a vita. La proposta era arrivata da Matteo Salvini poche ore fa, dopo che i risultati definitivi delle elezioni politiche hanno escluso dopo 35 anni dal Parlamento il fondatore della Lega. All’indomani delle elezioni del 25 settembre il leader del Carroccio si era allora rivolto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la nomina del Senatur ma a ostacolare l’eventuale decisione è la riforma delle Camere del 2019, nata da un ddl della Lega a prima firma Calderoli. La modifica ha tagliato il numero dei parlamentari: da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori. Ma non solo. Ha anche introdotto un ulteriore comma che chiarisce uno dei punti più discussi della Costituzione all’articolo 59, e cioè quello che riguarda la possibilità del presidente della Repubblica di nominare senatori vita. «Il numero complessivo dei senatori in carica nominati dal Presidente della Repubblica non può in alcun caso essere superiore a cinque», recita il testo riformato. Eliminando così una delle precedenti interpretazioni della Carta che invece considerava ogni Capo dello Stato abilitato a nominare cinque senatori durante i suoi anni di carica. La riforma delle Camere quindi taglia definitivamente la strada a Umberto Bossi: i senatori a vita che attualmente ricoprono il ruolo sono già cinque (Mario Monti, Elena Cattaneo, Renzo Piano, Carlo Rubbia e Liliana Segre, nominata tra le altre cose solo dopo il decesso di Claudio Abbado).


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