Work-life balance e vita da imprenditore digitale: il segreto di Marcello Ascani – Cronache dal FutureShots di H-FARM

Partito come un hobby, fare lo youtuber è diventato un lavoro. Ma, dopo vari anni, Ascani ha scelto di adottare un approccio più tradizionale

Siamo ormai alla chiusura della seconda giornata completa di FutureShots, il festival dell’innovazione di H-FARM. Oggi sul palco si sono avvicendati ospiti che hanno parlato dei loro modelli di business, tra tentativi, errori, e cambiamenti strutturali nel corso della pandemia da Coronavirus. Tra di loro c’era anche Marcello Ascani: classe ’97, youtuber e imprenditore. Da anni racconta la sua vita sulla piattaforma di condivisione video di Google. È stato tra i primi a mostrare di aver abbracciato il nomadismo digitale come stile di vita. Oltre che di questo, con lui abbiamo parlato dei suoi progetti, di lavoro flessibile e work/life balance.


Siamo a un festival sull’innovazione: si può dire che incarni un nuovo modo di vivere e di lavorare?

«Io mi sono ritrovato per caso a fare lo youtuber, inizialmente era il mio hobby. Andavo a scuola, tornavo a casa e al posto di giocare ai videogiochi disegnavo, facevo le animazioni e le caricavo su YouTube. Quando ho scoperto che il mio hobby poteva essere un lavoro è stato tipo il Sacro Graal. Mi sono detto: “Passerò la vita a divertirmi”. Mi sono reso conto che facendo questo mestiere le regole cambiano: ben prima della pandemia ho capito che potevo vivere dove voglio, non mi devo comprare casa, posso fare gli orari che voglio, posso lavorare il weekend e poi riposarmi il lunedì. Posso fare quello che mi pare. Da lì mi è preso il pallino dei nomadi digitali. Prima della pandemia erano visti come dei buffoni, ma secondo me da allora in avanti il fenomeno ha acquisito un suo rispetto».


Possiamo dire che quindi l’approccio al lavoro sta cambiando

«Recentemente ho sentito parlare del quiet quitting. Prima mi sono spaventato, ma poi mi sono reso conto che un po’ quello che facciamo noi in Flatmates – la mia agenzia pubblicitaria – ovvero non stressarsi per il lavoro, dormire tranquilli, non lavorare i weekend. Tu devi pensare a fare il tuo lavoro, fare quello che ti stimola e basta. Ma poi basta così, poi chiaramente dipende da caso a caso».

Prima hai detto che da youtuber avresti passato la vita a divertirti, per te è ancora vera questa cosa?

«Io faccio quello che mi stimola, ma poi è un po’ come quando ti alleni. Io la mattina mi alleno, ma non è che mi diverto. Nel momento in cui manca l’ossigeno e sto faticando, i muscoli mi bruciano, però lo faccio perché lo voglio fare, mi piace a prescindere, a patto che mi faccia bene. Il lavoro è la stessa cosa. Ci sono tanti aspetti del mio lavoro che mi annoiano, però nell’insieme lo faccio perché una cosa stimolante. Diciamo che, se non mi pagassero, probabilmente continuerei a fare quasi tutto quello che già faccio ma in modo differente».

Però ora il tuo lavoro è diventato più tradizionale: segui degli orari e lavori durante la settimana…

«Decisamente più tradizionale. In passato, quando ero uno youtuber più wild, non pensavo neanche a quando mandare le mail. Adesso devo stare agli orari dei clienti. Quindi ormai so che sabato, la domenica non si lavora, la mattina tendenzialmente dopo cena, non si lavora. Quindi sono molto più tradizionale».

Lo preferisci o ti senti più stressato?

«In quanto a benessere prima stavo meglio. Ma sono io che ho scelto di lavorare di più e di essere più stressato. Ora sono molto più organizzato e mi gestisco meglio, ma sento comunque il bisogno di essere produttivo: è un po’ la mia condanna. Voglio sempre fare cose nuove. Anche quando viaggiavo senza pensieri avevo comunque il pallino del fare cose nuove. Anche se ora mi stresso di più non sento tanta pressione quanta ne sentirei se non avessi un’organizzazione. Mi aiuta a essere consapevole, a chiedermi se sto gestendo al meglio il mio tempo e a capire che non posso dedicarmi solo al lavoro. Significa anche dedicare tempo le persone che ami o i propri hobby, le proprie passioni. Cerco di essere razionale e di dedicare tempo anche al mio benessere e alle persone che amo. È stata anche la mia ragazza a chiedermi di non lavorare dopo cena o la domenica. Ora ho una work/life balance migliore, ma la voglia di fare mille cose rimane sempre».

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