L’innovazione prende il volo: viaggiare nello spazio come in aereo – Cronache dal FutureShots di H-FARM

I viaggi spaziali per i civili sono qui ormai da qualche anno, stanno diventando sempre più accessibili. A H-FARM abbiamo scoperto come, grazie a Virgin Galactic

Il FutureShots Festival è iniziato. Due giorni di eventi, tornei, interviste e incontri in cui l’obiettivo è spostarsi un po’ nel futuro e capire come cambieremo noi e come cambierà il mondo che ci circonda nei prossimi anni. Tutto al Campus di H-FARM, un polo da 51 ettari nelle campagne di Treviso dedicato a innovazione, digitale e start-up. Nel primo talk di FutureShots sono intervenuti Katie Westley, associate manager di Virgin Galactic – una delle principali compagnie che sviluppa progetti di turismo spaziale – Adam Flores, Structural design engineer, Luz Virgen, Reliability manager e Debbie Moran, violinista di Houston che ha partecipato a uno dei viaggi. Insieme hanno ci hanno spiegato l’enorme espansione a cui il settore è andato incontro negli ultimi due anni, sottolineando quanto stia diventando simile ai tradizionali viaggi aerei per accessibilità e modalità.


Cosa avviene in un viaggio spaziale di questo tipo?

Sono 800 ad aver già acquistato un biglietto per un volo orbitale con Virgin Galactic. Quasi il doppio di tutte le persone che sono state finora nello spazio. Un dato che fa capire quanto questa tecnologia stia prendendo piede. L’innovazione arriva prima piano, e poi tutta insieme. Quando ce ne accorgiamo è già realtà. Una realtà che nel caso di Virgin Galactic accelera da 0 a 100 km/h in un secondo, e supera la barriera del suono in 8 secondi. L’obiettivo? Portare i due piloti e i sei passeggeri a circa 90 chilometri dalla superficie terrestre, dove potranno provare l’ebbrezza della microgravità per cinque minuti o poco meno. In quel lasso di tempo, all’interno della navicella tutti i viaggiatori possono fluttuare nell’aria della cabina pressurizzata e osservare la Terra dallo Spazio senza dover indossare tute spaziali. L’altezza necessaria viene raggiunta toccando la velocità massima di 4800 km/h.


Il turismo spaziale è già aperto a tutti? Quanto costa un viaggio?

«Chi va in orbita oggi non è necessariamente un astronauta», spiegano. «Il turismo spaziale si sta aprendo a tutti» e sta diventando sempre più accessibile. «Il prezzo è ancora alto, ma sta scendendo, ed è già alla portata della classe medio-alta» racconta Westley. È il caso di Debbie Moran violinista in pensione che ha deciso di provare tutte le esperienze che ha sempre voluto nella vita con i suoi risparmi. «Al momento il biglietto costa 450 mila dollari, ma il nostro obiettivo è portarlo a 15 mila», spiega Katie Westley.

Qual è la preparazione necessaria per i passeggeri?

«Gli astronauti si preparano per mesi ad andare in orbita, ma questi viaggi non sono la stessa cosa», continua Westley, «il training dura due giorni e mezzo, perché alla fine del terzo già si parte». «L’unica cosa importante è sviluppare la memoria muscolare necessaria a sapere cosa fare in caso di emergenza» – continua Westley – «E’ fondamentale poter ritornare al proprio sedile e allacciare le cinture prima della discesa». Un’altra cosa imprescindibile «è sapersi muovere in condizioni di microgravità. Bisogna imparare a dosare la forza per non fare male agli altri; è molto diverso dallo spostarsi sulla terra». Escludendo questi aspetti, l’organizzazione dell’esperienza è già paragonabile a quella di un volo di linea. Si parte da uno spazioporto, si decolla da una pista e non in verticale come di solito fanno i razzi spaziali, e nel giro di un paio d’ore si ritorna.

Open è Media partner dell’evento