«Sono stati consegnati 21 dei 55 obiettivi previsti per la fine dell’anno» per l’erogazione da parte dell’Ue della nuova tranche di finanziamenti. È questa l’eredita del premier uscente Mario Draghi sul Pnrr. Eredità che lascerà al prossimo esecutivo e annunciata a Palazzo Chigi durante la cabina di regia. Ora, però, è necessario raggiungere l’obiettivo dei 29 traguardi entro la fine del mese. Compito, questo, che spetterà al prossimo governo che dovrà fare i conti anche con la crisi energetica e il caro-vita. Per questo, è necessario assicurare l’autonomia energetica dalla Russia attraverso il piano RepowerEu con l’inserimento di un nuovo capitolo nei Pnrr nazionali. Ed è proprio questo che per Draghi rappresenterà la sfida – e l’obiettivo – per i prossimi mesi. Il premier uscente si aspetta che il prossimo esecutivo continui con la stessa forza ed efficacia il lavoro lasciato in eredità da questo governo sul Pnrr, nonostante la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, sembra aver già messo le mani avanti sulla questione dei ritardi per il raggiungimento degli obiettivi. Durante un intervento alla riunione dell’esecutivo nazionale di Fratelli d’Italia, Meloni ha infatti affermato che la situazione che erediterà sarà complessa perché «i ritardi del Pnrr sono evidenti e difficili da recuperare». A questa dichiarazione, è arrivata, però, la rassicurazione del premier Draghi che ha confermato la mancanza di ritardi. Anzi, «Se ce ne fossero – continua Draghi – la Commissione non verserebbe i soldi».
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