Premio Nobel per la letteratura: vince la scrittrice francese Annie Ernaux

Il riconoscimento le è stato assegnao «per il coraggio e l’acutezza clinica con cui ha svelato le radici, gli straniamenti e i vincoli collettivi della memoria personale»

Il Comitato Nobel composto dai membri dell’Accademia svedese ha assegnato la mattina del 6 ottobre il premio per la letteratura. A vincerlo, la scrittrice Annie Ernaux. Nata a Lillebonne, in Francia, il 1 settembre 1940, l’autrice 82enne è stata premiata «per il coraggio e l’acutezza clinica con cui ha svelato le radici, gli straniamenti e i vincoli collettivi della memoria personale». Alla tv svedese, dopo l’assegnazione del riconoscimento, Ernaux ha dichiarato: «È un grande onore e una responsabilità».


La vita e le opere

Ernaux è cresciuta in un piccolo comune della Normandia, dove i suoi genitori erano titolari di un negozio di alimentari e di una caffetteria. Emergono forti, nei suoi testi, le disuguaglianze tra il mondo proletario nel quale ha vissuto l’infanzia e l’adolescenza e la borghesia alla quale aspirava e traspare una certa tensione verso le disparità di genere e di classe sociale. Si emancipa dalle modeste condizioni familiari grazie agli studi superiori all’Université de Rouen, dove ottiene l’abilitazione all’insegnamento. In contemporanea con la carriera di insegnante di lettere al liceo, scrive articoli di giornale – molti dei quali a sfondo politico e femminista, che appaiono anche su Le Monde – e inizia a scrivere libri. Il suo romanzo d’esordio viene pubblicato nel 1974 e si intitola Gli armadi vuoti. Dieci anni dopo, con il suo quarto libro La donna gelata, vince il Premio Reaudot. È l’editore Gallimard a scommettere su di lei e a pubblicarne i lavori per tutta la sua carriera di scrittrice. In Italia, L’Orma Editore ha pubblicato i romanzi Il posto, Gli anni – vincitore del Premio Strega Europeo 2016 – L’altra figlia, Memoria di ragazza, Una donna – vincitore del Premio Gregor von Rezzori 2019 -, La vergogna, L’evento e La donna gelata. Nel 2017 ha ricevuto il Premio Marguerite Yourcenar alla carriera, nel 2018 il Premio Hemingway per la letteratura, nel 2022 il Premio letterario internazionale Mondello nella sezione autore straniero.


La vita personale di Ernaux si intreccia con i suoi libri. A ciascuno di essi, la scrittrice a ha dedicato un pezzetto della sua storia: il lutto, la madre, il padre, l’aborto clandestino, il matrimonio. Una carriera lenta e prolifica dove il racconto personale e quello letterario si sono incrociati sempre, dando vita a un genere – l’auto fiction – che ha fatto la fortuna di tanti dopo di lei. Ma a Ernaux, autrice di capolavori come L’evento – da cui è stato tratto il film omonimo che ha vinto il Leone d’oro a Venezia nel 2021 – e L’altra figlia, non interessava piacere, ma raccontare e spingere la scrittura oltre tutti i confini dell’esercizio narrativo. Ogni episodio della sua storia è servito a raccontare quella con la “s” maiuscola, fino a quando ha deciso di incrociare la sua memoria con quella di una nazione, la Francia. Il risultato è Gli anni, un libro audace che rivoluziona i parametri del racconto biografico, con cui Ernaux fa una cosa che nessun altro aveva fatto prima di lei: prendere la propria vita e usarla come linea temporale per raccontare decenni di storia francese. Ma il successo di Ernaux è anche quello di una piccola casa editrice, L’Orma, che ha iniziato quasi 20 anni fa a pubblicarla – quando in Italia non la conosceva nessuno – e non si è mai fermata. Una determinazione e una passione per la letteratura e la ricerca che hanno premiato fino a Stoccolma.

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