Milano, la polemica sull’Area B vietata alle auto a benzina Euro 2: «Una scelta classista»

Fratelli d’Italia ha avviato una raccolta firme per rinviare le nuove regole. E a Sesto San Giovanni il sindaco ipotizza un’Area S

«Non c’è nessuna possibilità che io cambi idea». Il sindaco di Milano, Beppe Sala, non è disposto a sedersi a un tavolo con l’opposizione per rivedere o ritardare la messa in opera di Area B. Dal 1° ottobre, in gran parte del capoluogo lombardo, sono entrate in vigore le nuove regole sulla circolazione delle auto. L’ingresso in città non è più consentito alle vetture a benzina fino all’Euro 2 e a quelle a diesel fino all’Euro 5. Una decisione presa con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento a Milano, ma che rischia di colpire fin troppo duramente la popolazione in un periodo di difficoltà. È la destra, in particolare Fratelli d’Italia, che si sta dando da fare per convincere il sindaco a rinviare i nuovi divieti attraverso una raccolta firme. «Questo provvedimento massacra gli studenti e i lavoratori, e i vantaggi che si ottengono in termini di qualità dell’aria sono minimi», ha detto il coordinatore cittadino Stefano Maullu: «Non è questo il momento di costringere le persone a cambiare auto». Dello stesso avviso è anche la Cgil. In un’intervista al Corriere della Sera, il segretario milanese Massimo Bonini ha definito l’Area B «un provvedimento classista: la gente deve fare i conti con bollette raddoppiate, costi insostenibili per la casa e noi diciamo a 340mila persone che dovrebbero cambiare la macchina per venire in città a lavorare?».


L’Area S

Gli attacchi ai nuovi divieti non si limitano alle accuse di classismo. Tornando alla questione ambientale, il sindaco di Sesto San Giovanni, il leghista Roberto Di Stefano, sostiene che Sala non voglia risolvere il problema inquinamento, ma solo spostarlo. Vietando alle auto di entrare in città, le fermate della metropolitana saranno intasate dal traffico dei pendolari, «oltre 450mila veicoli che non possono entrare e che si fermeranno al confine». Per questo motivo, Di Stefano ipotizza l’istituzione di un’Area S: in questo modo, il «milanese che vuole entrare nei nostri confini dovrà pagare e quelle risorse le utilizzeremo per compensare l’inquinamento che Sala sta scaricando sui Comuni della prima cintura».


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