Il Cremlino all’Ue: «Pagheranno il No al nostro gas per 20 anni: price cap è minaccia globale»

Secondo Dmitry Peskov, gli Stati Uniti si stanno approfittando della crisi energetica dell’Europa vendendole il proprio gas naturale liquido «tre volte più costoso»

L’Europa risentirà delle conseguenze negative di aver rifiutato l’energia russa per i prossimi 10 o 20 anni. Questo l’ennesimo affondo nei confronti dell’Unione europea del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Tass. Come riporta anche Interfax, secondo Peskov la decisione (non ancora presa) di introdurre il price cap sul gas russo potrebbe destabilizzare il mercato energetico globale. Una scelta, poi, istigata dagli Stati Uniti che si starebbero approfittando della crisi energetica dell’Europea vendendole il proprio gas «tre volte più costoso». Poi la malcelata contentezza per la decisione dell’Opec+ di abbassare la produzione di petrolio: «Non sono propenso a dire che questa sia una sorta di nostra vittoria. No, questa è proprio una vittoria del buon senso», ha detto in diretta a Rossiya-1 Tv. Secondo Peskov, Washington starebbe cercando di manipolare le riserve di petrolio, ma «un gioco del genere non porterà a nulla di buono».


Lo scorso 5 ottobre, i 13 Paesi partecipanti all’accordo Opec+ hanno concordato di ridurre la produzione di petrolio di novembre di 2 milioni di barili al giorno rispetto ai livelli di agosto, estendo l’accordo fino alla fine del 2023. Una decisione che non è piaciuta a Joe Biden, con la portavoce Karine Jean-Pierre che ha accusato l’Opec+ di essersi schierato al fianco della Russia. Secondo Peskov, invece, tutto questo è stato possibile grazie al fatto che il presidente Vladimir Putin «sia riuscito a stabilire relazioni di reciproco rispetto», soprattutto con gli Emirati, cosa che aiuta a «discutere alcuni punti anche in momenti critici». Intanto, il Cremlino fa sapere che domani, 10 ottobre, Putin presiederà il Consiglio di sicurezza di Mosca in seguito all’esplosione del ponte di Kerch in Crimea.


Leggi anche: