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Lorenzo Fontana: chi è il candidato presidente della Camera di Lega e FdI, tra putinismo e pro-life

lorenzo fontana presidente camera lega chi è
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Era in Crimea come osservatore per il referendum di Putin. Disse che le famiglie arcobaleno «non esistono». Ma è anche un acuto commentatore del Vangelo

Dopo il Senato tocca alla Camera? Se l’elezione di Ignazio La Russa a Palazzo Madama ha riservato sorprese soprattutto a Berlusconi e Forza Italia, oggi tocca a Montecitorio. E il nome scelto dal centrodestra per presiedere la camera “bassa” non è più quello di Riccardo Molinari. Il vertice tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini ha portato alla scelta di Lorenzo Fontana. Molinari ha perso il posto per questioni giudiziarie: il 24 novembre dovrà comparire in tribunale a Moncalieri per difendersi dall’accusa di aver manomesso la lista elettorale per l’elezione del sindaco nel 2020. Cancellando un nome “sgradito” quando erano state già messe le firme degli elettori. E visto che (per ora) regge il veto di Meloni su Salvini al Viminale per Open Arms, è anche logico che la terza carica dello Stato non si trovi invischiata in processi imbarazzanti mentre presiede.

Quella volta in Crimea per il referendum

Certo, c’è qualche motivo di imbarazzo anche per Fontana. Nato a Verona nel 1980, è responsabile esteri della Lega dal 2016 ed è stato eurodeputato dal 2009 al 2018. Ministro per la disabilità e la famiglia del governo Conte I e poi agli Affari Europei al posto di Savona, è laureato in scienze politiche, filosofia e storia. Ha contribuito a costruire l’alleanza tra il Carroccio e il Front (ora Rassemblement) National di Marine Le Pen. Ma soprattutto è molto interessato alla Russia di Vladimir Putin. O meglio, lo era. Perché nel 2014, racconta oggi La Stampa, volò in Crimea per il referendum di annessione come osservatore internazionale. Poi si schierò chiaramente: «Considerando che il sì al referendum sopraccitato ha raggiunto quota del 96,6 %, quali sono le ragioni sulla cui base l’Ue vi dimostra avversione politica?», si chiedeva. E ancora: «Il popolo della Crimea sente di essere tornato alla casa madre, la Ue dovrebbe fare un passo indietro sulle sanzioni alla Russia». Repubblica racconta che sul web si trovano ancora le sue foto con la maglietta anti-sanzioni. E che si è vantato di festeggiare San Marco e non la Resistenza e il 25 aprile. Ha elogiato Orbán per la crescita del tasso di natalità in Ungheria. E la Brexit. Ma il suo preferito era, fino a qualche tempo fa, lo Zar: «Ho visto nel risveglio putiniano una luce anche per noi occidentali, che viviamo la grande crisi dei valori, immersi come siamo in una società dominata culturalmente dal relativismo etico», riporta ancora La Stampa.

Il Santo del giorno

Ma chi volesse ridurre la sua politica a un mero putinismo (perso con la guerra) gli farebbe un torto. Fontana infatti è anche un ultracattolico. Sempre in prima fila contro l’aborto, le unioni civili e la cosiddetta teoria gender. Combinata con i cavalli di battaglia del leghismo, ovvero i migranti. In un convegno dell’associazione Pro Vita Onlus disse che i matrimoni gay e la teoria del gender da un lato e l’immigrazione di massa dall’altro «mirano a cancellare la nostra comunità e le nostre tradizioni». Paventando il rischio della «cancellazione del nostro popolo». Sul suo account Twitter posta spesso il santo del giorno. Il 7 ottobre ha celebrato l’anniversario della battaglia di Lepanto. Quel giorno la Lega Santa riportava la vittoria «contro l’avanzata ottomana. L’Europa cristiana fiera della sua identità, otteneva una straordinaria vittoria. Oggi si ricorda la Madonna del Rosario». Infine, gli evergreen. Da ministro disse: «Per la legge le famiglie arcobaleno in questo momento non esistono». Con le unioni gay e l’immigrazione, sosteneva, «vogliono dominarci e cancellare il nostro popolo». E qualche tempo fa ha anche fornito un’interpretazione autentica del Vangelo: «Bisognerebbe guardare un po’ il catechismo. C’è un passaggio da tener conto: “ama il prossimo tuo”, cioè quello in tua prossimità. Quindi, prima di tutto cerchiamo di far star bene le nostre comunità». Se sono lontani, pazienza.

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