L’atleta iraniana Elnaz Rekabi in gara senza velo, la sfida al regime censurata da Teheran – Il video

Le legge impone alle atlete iraniane di gareggiare con il velo anche fuori dal Paese se lo rappresentano in via ufficiale, come nel caso dell’arrampicatrice che ha partecipato a una competizione in Corea del Sud

L’atleta iraniana Elnaz Rekabi non ha indossato l‘hijab in una competizione internazionale di domenica, 16 ottobre. La scalatrice 33enne ha gareggiato ai Campionati asiatici della Federazione internazionale di arrampicata sportiva a Seul senza il velo islamico, diventando così una delle prime atlete che ha disobbedito alla regola di indossare l’hijab anche fuori dal Paese quando lo si rappresenta in via ufficiale all’estero. Un gesto che non ha lasciato indifferente l’opinione pubblica internazionale, tanto che il video che la ritrae sta già diventando virale sui social, perché arriva nel pieno delle proteste che da diverse settimane si stanno svolgendo in Iran contro le restrizioni imposte alle donne sull’utilizzo del velo.


La Federazione iraniana annuncia il risultato con una sua foto con il velo

Nell’annunciare il suo risultato alla competizione, in cui è arrivata quarta, l’Iran Mountaineering and Sport Climbing Federation ha pubblicato sul suo sito web un’immagine non datata dell’atleta in cui indossa l’hijab. La Federazione avrebbe tentato più volte di telefonare a Rekabi dopo l’episodio, ma senza ricevere risposta. Come ricorda la testata Abc, già nel 2019 l’atleta 27enne Sadaf Khadem affrontò un match di pugilato a capo scoperto e in pantaloncini diventando la prima pugile iraniana donna a vincere un incontro all’estero con quegli abiti. Una scelta che le costò cara: dopo la competizione aveva intenzione di tornare a Teheran, ma fu costretta a rimanere in Francia perché le autorità iraniane avevano emesso un mandato di arresto per le sue violazioni del codice di abbigliamento islamico. Le donne iraniane che non si coprono in pubblico vengono regolarmente arrestate dalla polizia morale del paese, come è successo a Mahsa Amini, la 22enne uccisa sotto custodia della polizia morale dopo esser stata fermata per non aver indossato correttamente l’hijab.


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