Berlusconi-Meloni, il braccio di ferro non è finito: «Incontrerò Nordio, ma alla Giustizia andrà Casellati»

I dubbi sulla squadra dell’esecutivo non sono ancora risolti e riguardano almeno due ministeri tra quelli assegnati a Forza Italia

Sono passate meno di 24 ore dall’incontro chiarificatore in via della Scrofa tra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. Ma l’unica notizia certa emersa dalla riunione nella sede di Fratelli d’Italia resta che la coalizione di centrodestra andrà unita alle consultazioni del Colle. Molti versanti della trattativa, invece, sono ancora da definire. A partire dal dicastero di via Arenula: il fondatore di Forza Italia si dice «già convinto della scelta della Casellati, conosco le cose che ci sono da fare come riforma della giustizia». Berlusconi è loquace, in Senato, dopo l’elezione di Licia Ronzulli a capogruppo. Agli esponenti del suo partito conferma che sulla scelta di Elisabetta Casellati come Guardasigilli c’è l’accordo con la leader di Fratelli d’Italia. «Meloni mi ha suggerito soltanto di incontrare Carlo Nordio: “Vedilo, che è bravissimo. Magari ti convinci che è la scelta giusta”. Ma io sono già convinto della Casellati». Insomma, Berlusconi è inamovibile sul ministero della Giustizia. Anche se sono molti gli esponenti di centrodestra, interni e no a Forza Italia, che non scommetterebbero sul suo nome per via Arenula. Lo dicono più o meno apertamente, mentre il magistrato veneto viene ricevuto da Meloni negli uffici di Fratelli d’Italia alla Camera, accompagnato da Francesco Lollobrigida.


L’alternativa

In alternativa, all’ex seconda carica dello Stato – alla quale è succeduto Ignazio La Russa – potrebbe andare il dipartimento per le Riforme. La giornata di ieri, 17 ottobre, si era conclusa anche con i totoministri che affibbiavano ad Alessandro Cattaneo la casella della Pubblica amministrazione. Invece, per lui Berlusconi ha chiesto che i suoi deputati lo eleggessero capogruppo alla Camera. Per quel ministero circolano anche i nomi di Deborah Bergamini e di Anna Maria Bernini. L’ormai ex capogruppo di Forza Italia al Senato, nel primo pomeriggio, ha ricevuto anche la conferma pubblica da Berlusconi: «Ringraziamo la capogruppo uscente che andrà a fare il ministro». In realtà Bernini, da settimane, è in lizza principalmente per un altro dicastero: quello dell’Università e della ricerca. Ministero che questa mattina un’indiscrezione di Repubblica assegnava all’outsider Gloria Saccani Jotti, deputata di Forza Italia – docente di Patologia clinica a Parma – eletta nel collegio di Forlì-Cesena. Stimata da Marta Fascina, la sua elezione è stata accompagnata dalle polemiche perché è stata “paracadutata” in un territorio con cui non ha legami.


La lista dei ministri secondo Berlusconi

Lasciando Montecitorio dove è appena stato eletto Cattaneo come capogruppo di Forza italia, Berlusconi ha fatto diverse dichiarazioni ai giornalisti. La più forte è quella della lista dei cinque ministri che spetterebbero al suo partito, comunicati con nomi e posizioni specifiche: «Tajani andrà agli Esteri e sarà anche vicepresidente del Consiglio dei ministri. Poi, Casellati alla Giustizia, Saccani all’Università, Bernini alla Pubblica amministrazione e Pichetto Fratin all’Ambiente ed alla transizione ecologica”. Dichiarazioni da prendere ancora con cautela, dato che manca la conferma degli alleati di coalizione. C’è chi dice, anche tra gli azzurri, che il Cavaliere stia «mescolando un po’ le carte». Altri commenti meno delicati lo descrivono «farneticante». Ha raccontato la storia delle 20 bottiglie di vodka regalategli da Vladimir Putin per il compleanno, ricambiate con delle bottiglie di lambrusco e uno scambio epistolare «dolcissimo». E avrebbe anche recitato la barzelletta – ormai famosa – del paracadute.

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