Carlo Nordio, il pm delle Brigate Rosse e del Mose diventa ministro della Giustizia

Il magistrato, in pensione dal 2017, ha vinto il braccio di ferro con Silvio Berlusconi

La toga che piace al centrodestra e che subentrerà a Marta Cartabia alla guida del ministero della Giustizia è l’ex magistrato Carlo Nordio, 73 anni, da sempre una voce critica e di minoranza rispetto alle posizioni del Csm. Trevigiano, in pensione da tre anni per sopraggiunti limiti di età, Nordio ha lavorato a importanti inchieste durante la sua quarantennale carriera, dalle Brigate Rosse, a Tangentopoli, al Mose. Dopo la laurea a Padova e l’ingresso nella magistratura nel 1977, Nordio ha legato il suo nome alla procura di Venezia. Sue le inchieste sulla colonna veneta delle Br, condotta a 35 anni, che permise di azzerare l’organizzazione e ottenere le condanne di tutti i brigatisti. Alla metà degli anni Novanta ha poi lavorato a quella sulle cosiddette «coop rosse», che però finì con l’archiviazione dei vertici del Partito democratico della sinistra. Vent’anni dopo, nel 2014, si è occupato degli appalti del Mose, che coinvolsero, tra gli altri, l’allora sindaco di Venezia – poi assolto – e l’ex presidente della regione Veneto Giancarlo Galan. Negli anni ha sempre avuto un rapporto difficile con i suoi ex colleghi magistrati, entrando anche in conflitto con altre procure. Diventato poi anche scrittore, saggista e opinionista, tra le tesi espresse – alcune anche in conflitto con l’indicazione prevalente di Fratelli d’Italia – ci sono la depenalizzazione dei reati minori, la diminuzione delle pene, la semplificazione delle norme per velocizzare i procedimenti, la necessità di una legge sul suicidio assistito e il ritorno all’immunità parlamentare. Candidato da Fratelli d’Italia alla Camera, l’ex magistrato è stato eletto deputato e ora – dopo aver vinto un lungo braccio di ferro con Silvio Berlusconi – diventerà il nuovo Guardasigilli.


Foto di copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MEO


Leggi anche: