Chi è Raffaele Fitto, il nuovo ministro degli Affari Europei del governo Meloni

Per tanti anni uomo di riferimento del centrodestra in Puglia, nel 2017 annuncia la sua uscita da Forza Italia per approdare in Fratelli d’Italia

Il candidato che andrà a ricoprire il ruolo di ministro degli Affari europei nel nuovo governo di centrodestra è Raffaele Fitto. Per tanti anni, uomo di riferimento del centrodestra in Puglia, di cui è stato anche presidente di Regione, il più giovane della storia italiana a poco più di 30 anni. Democristiano di formazione, ha poi deciso di entrar nelle fila di Forza Italia da cui si è distaccato nel 2017, per approdare l’anno successivo in Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni. Due esperienze a Strasburgo, al Parlamento europeo: nel 1999 e poi nel 2014 come secondo candidato più votato in assoluto in Italia in una sola circoscrizione. Nel 2019 viene eletto all’unanimità co-presidente del gruppo dei Conservatori europei nel Parlamento Ue.


La carriera

Il suo esordio in politica inizia molto presto, nel 1990, quando fu eletto consigliere regionale in Puglia per la Democrazia Cristiana. Suo padre, Salvatore – morto in un incidente stradale nel 1988 – in quegli anni era il presidente della regione Puglia. Vicesegretario nei Cristiani Democratici Uniti di Rocco Buttiglione nel 1995, nel ’98 – in polemica con il tentativo del CDU di avviare un progetto neo-centrista – lascia il partito e fonda insieme a Formigoni il Movimento dei Cristiano democratici per le libertà, che va a confluire, in quegli stessi anni, in Forza Italia. Poi la parentesi europea, quando nel 1999 viene eletto parlamentare nella circoscrizione Sud – sempre con Forza Italia – fino al 2020, per poi tornare a Strasburgo nel 2014, quando con con 284 547 voti è risultato il secondo candidato più votato in assoluto in Italia in un’unica circoscrizione, dietro all’esponente Pd Simona Bonafè, e il primo assoluto in quella del Sud. Nel 2000 diventa presidente della Regione Puglia, ma cinque anni dopo non viene rieletto, battuto da Nichi Vendola. Fa il suo ingresso alla Camera nel 2006, e poi confermato nel 2008.


La rottura con Berlusconi e l’ingresso in Fratelli d’Italia

Seppur considerato uno dei “pupilli” di Berlusconi, Fitto entra in conflitto con Silvio Berlusconi – il leader del suo partito, Forza Italia – perché non ne condivide importanti scelte politiche, una su tutte: il patto del Nazareno. Fitto era convinto che l’accordo con il Partito democratico, avrebbe inferto un colpo mortale per Forza Italia perché gli elettori non avrebbero mai capito questa decisione. Nel 2017, l’annuncio della sua uscita dalle fila di Forza Italia e l’adesione, inoltre, – a livello europeo – al Gruppo dei conservatori e dei riformisti. Dopo la rottura con Berlusconi, Fitto entra in Fratelli d’Italia. Ed è proprio Giorgia Meloni nel 2020 a presentare la candidatura di Fitto alla presidenza della Puglia, ma venne sconfitto dal presidente uscente Michele Emiliano

Il procedimento giudiziario per le tangenti nella sanità

Nel 2006 Fitto è stato indagato dalla procura di Bari a seguito di un finanziamento di 500 mila euro da parte della società Tosinvest, destinati alla sua lista La Puglia prima di tutto, in occasione delle regionali del 2005. Per la procura, la somma sarebbe stata una tangente pagata per ottenere dalla Regione Puglia la gestione di undici residenze sanitarie nell’ambito di un appalto da 198 milioni di euro. Nel 2006, come da prassi, la procura di Bari ha chiesto alla Camera dei deputati – poiché Fitto era diventato tale – l’autorizzazione a procedere con gli arresti domiciliari. Autorizzazione, però, che la Camera ha respinto con 457 voti favorevoli su 462 presenti. Dopo una condanna in primo grado a quattro anni di reclusione e a cinque di interdizione dai pubblici uffici per i reati di corruzione, illecito finanziario ai partiti e abuso di ufficio, Fitto nel 2017 venne assolto in appello perché il fatto non sussisteva. Nel 2017, poi la conferma dell’assoluzione da parte della Corte di Cassazione.

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