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Sbarchi, ponte sullo Stretto, pace fiscale: così Salvini si prepara a rubare la scena a Meloni (per dimenticare il Papeete)

matteo salvini giorgia meloni
matteo salvini giorgia meloni
L'attivismo del Capitano piomba sul nuovo governo. E ipoteca la Legge di Bilancio. Mentre prepara un'altra battaglia con le Ong

Mentre Giorgia Meloni prepara il suo primo discorso per la fiducia alla Camera, Matteo Salvini le ruba la scena. Il ministro delle Infrastrutture va in tv per proclamare la linea dura sugli sbarchi. E convoca una riunione con i colleghi della Lega per dettare l’agenda al governo. Mette in lista abolizione della Legge Fornero, quota 41, flat tax al 15% e pace fiscale. E lo fa alla vigilia del giorno in cui la premier deve raccontare la sua, di agenda, al paese. Dalla maggioranza non arrivano commenti ma trapela una certa irritazione per una condotta definita irrituale. E c’è chi pensa che sia solo il modo con cui si punta a rovinare la festa alla premier, di occupare la scena. “Sconfinando” sui porti, anche se per ora le competenze rimangono a lui e non vanno a Musumeci. E ripartendo nel modo più chiassoso possibile. Forse anche per far dimenticare il Papeete.

Dimenticare il Papeete

Dietro l’attivismo di Salvini non è difficile scorgere anche la paura più genuina. Ovvero quella di essere ormai passato di moda. Tra 2018 e 2019 il Capitano era sulla cresta dell’onda: si trovava da azionista di minoranza in un governo (il primo di Giuseppe Conte) nel quale la forza di maggioranza era in crisi aperta. Ne ha approfittato dragando gran parte dei consensi che il Movimento 5 Stelle aveva conquistato alle elezioni politiche. E arrivando alla grande vittoria delle Europee. Che faceva presagire un futuro politico di primo piano. Dal punto più alto è cominciata la caduta. Prima il tentativo di disarcionare il premier rompendo il patto politico con Di Maio. Poi l’addio all’esecutivo per la “sicurezza” che si sarebbe tornati alle urne. E la “fregatura” del Pd che trova un accordo con il M5s per far continuare la legislatura. La sconfitta politica ha portato all’erosione dei consensi del Carroccio e alla crescita del “rivale interno” Fratelli d’Italia. E altre figure non esattamente commendevoli come quella con il sindaco polacco hanno fatto il resto.

Le pensioni e Quota 41

Ecco quindi che l’attivismo del Capitano si spiega con la paura di commettere gli stessi errori. Da qui l’Opa appena lanciata sulla prossima Legge di Bilancio. Nella quale, secondo quanto ha dichiarato lui stesso a Porta a Porta, dovrebbe rientrare «un inizio di avvio di Quota 41, estensione della flat tax e rottamazione delle cartelle elettorali». E non importa se già oggi la prima finanziaria del governo Meloni si preannuncia molto impegnativa dal punto di vista delle risorse. La Lega sulle pensioni sta studiando diversi modelli – sostiene il Capitano a Porta a porta –, simulando l’avvio di quota 41 con 61 o 62 anni di età minima senza penalizzazioni, come opzione». Ma, spiega oggi La Stampa, senza una soglia minima di età fissata a 61 anni la misura costerebbe 5 miliardi il primo anno, per arrivare complessivamente a oltre 70 miliardi in dieci anni. «Superare la legge Fornero non si potrà del tutto – sostiene con il quotidiano un altro partecipante al vertice –. Al massimo riusciremo ad ammorbidirne gli effetti. A partire dallo scalone del 1 gennaio».

Il ponte sullo Stretto e gli sbarchi

Il simbolo del suo attivismo è il ponte sullo Stretto di Messina. Si tratta di un vecchio cavallo di battaglia del centrodestra che Meloni ha faticato a inserire nel programma comune. Ma negli anni ha suggestionato anche altri esponenti di partiti, a volte insospettabili. E nonostante l’inconsistenza tecnica del progetto. Ma Salvini ci prova lo stesso: «Far partire il cantiere è uno dei miei obiettivi per questi cinque anni. Adesso costa di più non farlo che farlo, come è stato sulla Tav. Sarebbe un’immagine eccezionale dell’Italia nel mondo e darebbe lavoro a 100 mila persone». Ma la prova del nove potrebbe essere un’altra e arrivare a breve. Repubblica ricorda oggi che al momento in missione nel Mediterraneo ci sono due navi Ong con complessive 118 persone prese a bordo nel weekend. Sono la Ocean Viking di Sos Mediterranée, e la più piccola Humanity 1 di una Ong tedesca.

A breve chiederanno il porto di sbarco al governo Meloni mentre Alarm Phone segnala un grosso barcone che imbarca acqua con 400 persone a bordo in zona Sar italiana. «Nel primo Consiglio dei ministri ho scambiato qualche parola con il ministro Piantedosi e il ministro Tajani. Il ragionamento è salvare vite, prima di tutto, ma non è possibile che le navi di tutto il mondo arrivino unicamente in Italia. Onori ed oneri vanno condivisi, se c’è una nave norvegese si fa un colpo di telefono in Norvegia, se c’è una nave tedesca si fa un colpo di telefono a Berlino», ha detto proprio ieri Salvini. Parole che sembrano tradire l’intenzione di tornare alle scene del 2018-2019. Quando la Ong che batte bandiera norvegese chiederà il porto la si lascerà in mare chiedendo a Oslo di farsene carico?

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