Santanché «indagata per bancarotta e falso in bilancio», l’avvocato smentisce. Intanto la Procura chiede il fallimento per la sua società

L’istanza di fallimento per la Visibilia segnala circa 984mila euro di debiti da parte della Spa di cui la senatrice di FdI è stata prima azionista

«La senatrice Santanchè non risulta indagata in alcun processo penale». A poche ore dalla notizia dell’istanza di fallimento per la Visibilia Editore, società di cui la nuova ministra del Turismo è stata fondatrice e prima azionista, l’avvocato di Daniela Santanchè, Salvatore Sanzo, smentisce la notizia della ministra indagata per per bancarotta e falso in bilancio. «Non risponde al vero che sia aperto un fascicolo per ipotesi di bancarotta fraudolenta», dichiara Sanzo, «stante l’assenza del presupposto obiettivo della liquidazione giudiziale della società, soltanto ipotizzata in astratto». L’avvocato si riferisce all’ipotesi di fallimento contenuta nell’istanza della Procura di Milano resa nota poche ore fa. «Visibilia Editore spa sta assumendo in ogni sede opportuna le iniziative affinché l’Autorità giudiziaria possa riconoscere l’assenza di tale presupposto», spiega, «ed in particolare, come evidenzia un comunicato della società, gli azionisti di riferimento della stessa, Reale Ruffino e SIF Italia spa, hanno manifestato la disponibilità ad intervenire, dove necessario, per adempiere ad ogni obbligazione nei confronti dell’Agenzia delle Entrate». Sanzo ha poi concluso riferendosi alle notizie riportate nelle ultime ore sull’indagine che coinvolgerebbe anche la ministra: «Ogni diversa rappresentazione dei fatti non corrisponde alla effettiva realtà degli stessi ed è lesiva della reputazione della senatrice Santanché».


«Debiti per 984mila euro»

Poche ore fa la Procura di Milano aveva avanzato un’istanza di fallimento per Visibilia Editore, la società di cui la nuova ministra del Turismo Daniela Santanchè è stata fondatrice e prima azionista. Secondo quanto trapelato, dagli atti sarebbe emerso anche che la senatrice di Fratelli d’Italia sarebbe stata indagata per bancarotta e false comunicazioni sociali. Circostanza che l’avvocato della senatrice ora smentisce in assoluto. «Visibilia Editore versa in evidente e manifesto stato di insolvenza», scrive la Procura nell’istanza. Una richiesta avanzata dopo le ricerche del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza, coordinate dal pm Roberto Fontana, e dopo un esposto da parte dei soci di minoranza. Nell’analisi dei bilanci tra il 2016 e il 2020, la Procura segnala debiti da parte della società per circa 984mila euro nei confronti dell’Agenzia delle Entrate passando in rassegna tutti i temi della denuncia dei soci di minoranza, che tra le altre cose ha originato anche una causa civile per «gravi irregolarità nella gestione». Proprio in relazione ai bilanci l’istanza ipotizza anche presunte «false comunicazioni sociali almeno dal 2017».


Giorni intensi per la nuova ministra, al centro di non poche polemiche per la questione del conflitto di interessi legato alla carica di ministra del Turismo affidatale dal nuovo governo Meloni. Mentre si tiene stretta le quote del Twiga, stabilimento balneare fulcro di tante polemiche di cui è socia insieme a Flavio Briatore, la nuova ministra dovrà segnare sull’agenda la data del 30 novembre, giorno deciso dal Tribunale fallimentare per discutere l’istanza di liquidazione giudiziale. Santanchè è stata dal 2016 fino al gennaio del 2021 presidente e Amministratore delegato della Visibilia. «Nel novembre 2014», scrive la Guardia di Finanza, «Visibilia Editore Holding, nella persona di Daniela Santanchè, ha sottoscritto e liberato l’aumento di capitale della neo costituita Visibilia Editore e ciò ha generato il valore di avviamento di oltre 4,3 milioni di euro». E ancora: «Già dal 2017 il cda di Visibilia avrebbe dovuto approvare bilanci riportanti valori di avviamento e imposte anticipate largamente diversi da quelli deliberati».

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