Il presidente del Coni Malagò si scusa con le Farfalle: «Ma nella ginnastica un po’ di rigore è inevitabile»

L’annuncio: questo sport deve cambiare. Poi la difesa di Maccarani: non credo a plagi

Il presidente del Coni Giovanni Malagò si scusa con le Farfalle. E annuncia che sulla ginnastica le cose devono cambiare. Dopo le rivelazioni delle ex atlete sugli insulti e sulle costrizioni nell’Accademia di Desio, arrivano quindi nuove regole per la ginnastica. Oltre a una promessa: chi ha sbagliato deve pagare. Per Malagò, che parla oggi in un’intervista a la Repubblica, «stiamo parlando di un movimento che ha 150 mila iscritti e 500 mila praticanti, per altro in grandissima maggioranza bambine. Bisogna capire, una volta accertati i casi – perché, ricordiamolo, ancora nessun giudice si è espresso – la reale dimensione del fenomeno. La ginnastica più di altri sport ha nella questione del peso, uno dei suoi aspetti cruciali. Un certo grado di rigore e di “durezza” è inevitabile. Diverso è quando si passa la linea e dal rigore si sconfina nella violenza, nell’umiliazione, nella vessazione. Però ripeto, tutto questo deve ancora essere accertato».


Il ruolo di Emanuela Maccarani

E quando Marco Mensurati gli fa notare che la federazione ha insabbiato per anni le accuse, Malagò risponde che «il paradosso di questa storia – non sto giustificando nessuno – è che proprio la Federginnastica aveva creato un organismo che più volte avevo indicato alle altre come modello da seguire». E quindi «va capito se hanno sbagliato solo i singoli o se c’era un sistema che li ha indotti a sbagliare. In questo secondo caso si potrebbe parlare di responsabilità oggettiva, di tutti, Coni compreso. Se invece ci trovassimo di fronte a tante situazioni autonome, sarebbe solo un problema dei singoli soggetti». Riguardo Emanuela Maccarani, direttrice del centro di Desio e membro della giunta Coni, Malagò dice che «è in assoluto l’allenatrice che ha vinto più titoli. È straordinaria dal punto di vista umano e professionale. Non credo ci siano motivi per mettere in discussione il suo ruolo in Giunta. Il presidente Tecchi ha voluto dare un segnale, non trasformiamolo in un’anticipazione di giudizio. Un conto è la struttura commissariata, un conto è il suo ruolo. Le attuali Farfalle sono legate in modo formidabile a Emanuela e non credo siano plagiate». Per il presidente del Coni «serve una riflessione sul ruolo dello Stato nell’intero sistema sportivo. Le medaglie olimpiche rappresentano il traguardo di un rigoroso percorso di eccellenza, ma deve essere garantito il diritto di praticare sport anche a tutti gli altri cittadini, anche a chi ha qualche chilo in più. Un doppio percorso, una separazione delle carriere».


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