Dopo Nina Corradini, anche l’ex ginnasta azzurra Anna Basta annuncia rivelazioni e lancia un appello: «Non giudicate le nostre famiglie, loro vittime come noi»

Insulti e pressioni psicologiche per non essere abbastanza magre. I racconti delle ex Farfalle della Nazionale continuano a scuotere il mondo della ginnastica ritmica

«Io e Nina abbiamo un vissuto simile e ora abbiamo deciso di non stare più zitte». Così l’ex Farfalla della Nazionale Anna Basta parla delle confessioni della sua compagna e giovane promessa della ginnastica ritmica Nina Corradini. La giovane ha svelato gli insulti e le violenze psicologiche ricevute dalle allenatrici della Federginnastica «per non essere abbastanza magra». Entrata nella squadra nel 2019, Corradini ha raccontato a Repubblica di un disturbo alimentare cresciuto insieme alle pressioni ricevute sul suo peso, delle giornate passate a non mangiare e delle mattinate in cui veniva pesata «in mutande davanti a tutti dall’allenatrice». Una vera e propria liberazione per l’ex Farfalla, a cui domani 31 ottobre seguirà anche quella di Anna Basta, altra ex Farfalla che dopo tre anni di sofferenze ha deciso di abbandonare per sempre la Nazionale. Su Instagram la giovane annuncia l’intervista: «Un modo», spiega insieme a Corradini, «per aiutare il mondo della ritmica e tutte le bambine più piccole che ora sono al nostro posto».


«Le famiglie non hanno nessuna colpa»

Nelle stories pubblicate, l’ex atleta risponde a uno dei commenti degli utenti sulle vicende raccontate da Nina Corradini. «Genitori molto molto attenti», recita la frase ironica ripresa e condivisa da Basta, che sui social chiarisce le responsabilità della famiglia rispetto a tutto quello che lei stessa racconterà. «Vivevamo 11 mesi all’anno in ritiro a Desio. I genitori li vedevamo se tutto andava bene una volta al mese e avendoli così lontano ci siamo sempre sentite responsabili di non farli preoccupare, perché sapevamo che sarebbe stato troppo difficile affrontare a distanza quello che stavamo affrontando noi in quel momento». La giovane racconta anche delle confidenze fatte a sua madre ma della decisione, ogni volta espressa al telefono, di voler rimanere lì a lottare per il suo sogno sportivo: «Le dicevo che volevo essere forte, che fare le gare mi faceva bene e che ce l’avrei fatta», spiega Basta sui social. «Ovviamente non era vero ma mi sono sentita in dovere di difendere la mia famiglia da quello che stavo vivendo».


L’ex atleta continua con il racconto: «Eravamo bambine che avvertivano già a 13 anni la responsabilità e l’importanza delle proprie scelte. Sapevamo che le nostre decisioni avevano un peso anche sui nostri genitori. Questo per far capire che già da piccole avevamo chiara la nostra strada e quello che abbiamo subìto non è certo colpa di un genitore che ha deciso di rispettare le nostre scelte». L’ex Farfalla ha poi lanciato un appello: «Il problema è decisamente un altro e la colpa non è nostra né delle nostre famiglie. Questo aspetto va chiarito. E chiedo a tutti di comprendere e pensare prima di giudicare. Non colpevolizziamo i genitori. Andiamo alla base del problema». Dopo tre anni passati in Nazionale, Anna Basta, proprio come Nina Corradini, ha deciso di abbandonare quello sport che ormai da tempo aveva smesso di essere il suo sogno, trasformandosi in incubo. «I miei mi hanno sempre detto “Anna se stai male torna a casa, non ci interessa niente delle medaglie o dei mondiali”. Io ho sempre risposto di voler rimanere e sono andata avanti così per tre anni. Dopo tre anni ho deciso io di andarmene. Una volta tornata a casa le persone si sono realmente rese conto delle mie condizioni che da lontano purtroppo non potevano capire».

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