Caso ginnastica, Nina Corradini: «Ho fiducia nella giustizia sportiva: quello che ho subìto non deve più capitare»

Stamattina a Roma si sono svolte le audizioni con la procura federale

La ginnasta Nina Corradini, al centro delle cronache negli ultimi giorni dopo la sua denuncia sulle presunte «pressioni mentali» attuate dalle allenatrici della Federginnastica, si dice serena e fiduciosa nella giustizia sportiva. Stamattina a Roma si sono svolte le audizioni con la procura federale. L’ex atleta azzurra di ginnastica ritmica, diventata ormai la prima di una lunga lista di denuncianti, afferma di aver «solo raccontato la sua esperienza»: «A un certo punto la persona non riesce più a resistere e diventa tutto pesante. Le medaglie mi sono costate tanto – continua Corradini – Finché la fatica si ferma all’allenamento e al sudore va bene, poi quando sfocia in altre cose non ne vale più la pena». Rivolge un messaggio anche alle altre atlete che, negli ultimi giorni, hanno raccontato la loro esperienza personale di vessazioni e abusi: «Alle altre ragazze vorrei dire che tutto quello che hanno subito loro non è giusto. È per questo che io e Anna abbiamo denunciato, per far sì che non succeda più». Il riferimento è ad Anna Basta, altra ex Farfalla che dopo tre anni di sofferenze ha deciso di abbandonare per sempre la Nazionale. Anche lei è stata ascoltata oggi dalla procura federale. «Sono contenta che quello che abbiamo fatto abbia dato coraggio ad altre di uscire allo scoperto e esprimere il disagio – conclude Corradini -. Non mi aspettavo che così tante avessero queste cose da dire. La ginnastica ritmica è passione, è quello che ho fatto tutta la vita ed è brutto che il mio ultimo ricordo sia dolore».


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