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Bufera Juve, il dirigente al ristorante: «Situazione brutta come Calciopoli». Cosa rischia ora il club in campionato

30 Novembre 2022 - 17:11 Maria Pia Mazza
Dopo le dimissioni del Cda della società, le conseguenze per la squadra bianconera potrebbero essere pesanti. Tutto ruota attorno all'articolo 31 del codice di giustizia sportiva. Ecco cosa prevede

Continua l’inchiesta sulle plusvalenze della procura di Torino sulla Juventus, in particolare sul bilancio del 2021-2022 del club bianconero. Secondo i pm torinesi mancherebbero 34 milioni di euro, un flusso di denaro, secondo gli investigatori, non contabilizzati e non presenti nelle voci di bilancio della società. Nei giorni scorsi si è quindi arrivati alle dimissioni del presidente della Juve, Andrea Agnelli, e dell’intero consiglio di amministrazione della società. Nelle conversazioni tra i dirigenti della Juventus e il direttore sportivo del club – non indagato -, intercettate in un ristorante dagli investigatori nel luglio 2021, uno dei manager juventini confidò che «una situazione così brutta si è vista solo con Calciopoli». Un déjà-vu per il club bianconero, che nel 2006 venne travolto – assieme ad altri club – proprio dal caso Calciopoli, che riscrisse la classifica del campionato di Serie A 2005-06, portando alla cancellazione di due scudetti conquistati dalla Juve nella stagione 2004-05 e in quella successiva, e sancendone la retrocessione in Serie B. Oltre alla Procura di Torino, anche la procura sportiva ha aperto un dossier di indagine sul caso, che fa seguito a quello chiuso lo scorso maggio sul tema delle plusvalenze, conclusasi con l’assoluzione in primo e secondo grado da parte degli organi di giustizia della Figc.

Il vero problema per il club, e che è alla base del nuovo procedimento, riguarda le scritture private tra il club bianconero e i calciatori della squadra. Secondo le ipotesi della procura di Torino, attraverso queste scritture private si sarebbe operato un taglio fittizio degli stipendi dei giocatori, oltre a una riduzione dei costi nei bilanci del 30 giugno 2020 e 30 giugno 2021, il tutto omettendo la posizione debitoria da parte dei tesserati. E se sul fronte della giustizia penale si attende la decisione di eventuali richieste di rinvio a giudizio, anche sul fronte della giustizia sportiva si aprirebbe un capitolo a parte. Se dovesse trovare conferma la presunta falsificazione dei documenti contabili al fine di ottenere l’iscrizione al campionato di Serie A, la Juventus correrebbe rischi pesanti anche sul profilo sportivo: tra questi una possibile ingente multa alla società, sino all’ipotesi di una penalizzazione in classifica. Ma per i bianconeri potrebbe aprirsi anche uno scenario ben peggiore, ossia proprio quello della retrocessione in Serie B, come nel caso Calciopoli.

Cosa prevede il codice della giustizia sportiva

Il comma 3 dell’articolo 31 del codice di giustizia sportiva prevede infatti che «la società che pattuisce con i propri tesserati o corrisponde comunque loro compensi, premi o indennità in violazione delle disposizioni federali vigenti, è punita con l’ammenda da uno a tre volte l’ammontare illecitamente pattuito o corrisposto, cui può aggiungersi la penalizzazione di uno o più punti in classifica». Questo comma potrebbe riguardare la cosiddetta “manovra sugli stipendi” operata dalla società sugli stipendi dei giocatori in epoca Covid, con il taglio di quattro mensilità in accordo con i calciatori annunciato dalla Juve che ha portato a un risparmio di 90 milioni di euro, che per gli investigatori «prevedeva la rinuncia ad una sola mensilità», attraverso un accordo «non reso pubblico». Ma non solo. Il comma 4 dell’articolo 31 dispone direttamente la penalizzazione in classifica, escludendo la possibilità di una semplice ammenda, per la società che, attraverso la «falsificazione dei propri documenti contabili o amministrativi, si avvale delle prestazioni di sportivi professionisti con cui non avrebbe potuto stipulare contratti sulla base delle disposizioni federali vigenti».

Lo scenario peggiore per la Juventus potrebbe aprirsi a causa del comma 2 dell’articolo 31 del codice di giustizia sportiva, che punisce con la retrocessione la «società che, mediante falsificazione dei propri documenti contabili o amministrativi», «ottenga l’iscrizione a una competizione cui non avrebbe potuto essere ammessa sulla base delle disposizioni vigenti». Al momento si tratta di un’ipotesi mediamente remota, perché in sede di giudizio andrebbe dimostrato che il club bianconero si è iscritta al campionato di Serie A nelle stagioni dal 2019 al 2021 proprio grazie alla falsificazione dei bilanci della società.

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