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Calenda in missione in Ucraina: «Andrò a Leopoli e Kiev fra due settimane»

02 Dicembre 2022 - 21:54 Redazione
Su invito del sindaco di Leopoli, il senatore di Azione ha deciso di partire per l'Ucraina rivelando data e tragitto con largo anticipo

Il leader del Terzo Polo Carlo Calenda starebbe preparando un viaggio in Ucraina. Su un possibile viaggio della premier Giorgia Meloni da Volodymyr Zelensky non c’è ancora una data, ma per quello di Calenda sarebbe già chiara la data e il tragitto: la missione si svolgerà «non questa settimana, ma quella dopo», ha spiegato il senatore a margine di un evento ad Ancona. E come prima tappa ci sarà Leopoli, dopo che sarebbe stato lo stesso sindaco della città ucraina a invitarlo, per poi andare nella capitale Kiev: «Qui c’è un Paese dove la gente sta combattendo per la propria Libertà, morendo di freddo e di fame e noi siamo stiamo a cavillare se aiutarli o no».

La polemica con Conte sulle armi per Kiev

L’attacco di Calenda è innanzitutto rivolta al leader del M5s Giuseppe Conte e alla sua contrarietà a nuovi aiuti militari per Kiev: «Sia chiaro gli ucraini stanno combattendo per noi vanno aiutati. bisogna andare anche lì se uno può. Nella prima fase della guerra sono andati tutti lì e poi se la sono un po’ dimenticati. Conte ripete che serve una soluzione diplomatica? L’ha trovata? Perché ripetere che bisogna trovare una soluzione diplomatica senza spiegare qual è è un po’ come quando miss universo vince e dice che vuole la pace nel mondo». Sempre a proposito della posizione “pacifista” dell’ex premier, Calenda ha aggiunto: «Anch’io come Conte voglio la pace nel mondo ma devi spiegare come. Se il come, è disarmo gli ucraini, li faccio sconfiggere e faccio arrivare Putin a Kiev non è giusto. Sono un po’ schifato dalla retorica di chi dice “voglio la pace” senza spiegare come vuole la pace e sono un po’ schifato da chi dice “voglio la pace però ti levo le armi per difenderti”: quella non è la pace, vuoi la vittoria di Mosca che vuol dire avere la Russia ai confini della Nato; e il rischio di una guerra diretta con la Nato aumenterebbe non diminuirebbe»

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